Calunnie e persecuzioni
La Riforma della Chiesa, realizzata soprattutto grazie all’esempio e alla vivacità di santi come Filippo, rischiava di scontrarsi con la rigidità di una controriforma più attaccata al legalismo della norma che alla vita nuova in Cristo. Certo, di fronte alle deviazioni strambe ed eretiche di alcuni che volevano riformare gli altri prima che se stessi, la severità era addirittura necessaria. Solo che a volte finivano inquisiti e sospettati anche i santi che Dio stesso mandava alla sua Chiesa per risollevarla dalla decadenza.
Al Cardinale Vicario di Roma erano giunte dai soliti malinformatori che l’Oratorio altro non era che un covo di eretici. In particolare sotto accusa erano finiti i pellegrinaggi che Filippo organizzava con la visita alle “Sette Chiese”. Il Santo aveva trasformato questa sua devozione personale in un fatto comunitario, soprattutto per strappare i giovani dai bagordi del Carnevale, in modo che, tra una merenda, un gioco e un canto, non mancasse la visita al Santissimo Sacramento e la preghiera.
Questo Carnevale, alternativo ma cristiano, aveva attirato migliaia di persone ma anche l’invidia di molti. Filippo venne accusato di aver fatto questa processione portandosi dietro sette muli carichi di pasticcini. Il fatto era vero, ma anche giustificabilissimo secondo la mentalità del Santo. Egli infatti amava dire: “Attira più una goccia di miele che un barile d’aceto” ed effettivamente quei quintali di dolci, ma soprattutto l’allegria e l’ affabilità di Filippo avevano attratto tantissime persone.
Il Cardinale Vicario convocò il Santo e gli disse duramente: “Voi che tanto parlate di umiltà, siete il più ambizioso di tutti: radunate la gente non per amore di Dio, ma di voi stesso. Voi volete far setta”. Filippo cercò umilmente di difendersi da tutte quelle false accuse: spiegò che la visita alle Sette Chiese era solo un sistema per togliere dal peccato del carnevale i suoi penitenti, che tutto quello che facevano all’Oratorio era nella Chiesa e per la Chiesa, ma le sue parole non furono ascoltate da chi già si era fatto un’idea e non aveva nessuna intenzione di cambiarla. Il Cardinale inflisse anche una punizione: il divieto per 15 giorni di celebrare la Santa Messa e di Confessare. Filippo tornò a San Girolamo e informò i suoi discepoli delle sanzioni ricevute dal Vicario. Tutti rimasero costernati e addolorati, ma il Santo li incoraggiava dicendo: “Tutto ciò Dio l’ha permesso a causa dei miei peccati. Non vi preoccupate, tutto finirà presto”. Infatti poco dopo l’Oratorio venne assolto da ogni accusa. Il Cardinal Vicario nel frattempo, mentre era a colloquio con il Papa, fu colto da improvviso malore e spirò. Non sappiamo se questa morte fu un castigo di Dio o solo una promozione a miglior sede (il Paradiso), fatto sta che l’ostacolo fu rapidamente rimosso dalla Divina Provvidenza.
Mai pensare male di fronte a Filippo!
La nobildonna Costanza Del Drago era addolorata per la perdita del suo giovane marito. Il Santo si recò a consolare la donna, invitandola ad accettare con fede la volontà di Dio. Mentre parlava la donna pensò tra sé: “Perché mai il Signore ha fatto morire il mio giovane sposo e lascia in vita questo sacerdote così anziano?”.
Filippo le disse proprio in quel momento: “Io che sono tanto vecchio sono ancora vivo e vostro marito così giovane è morto!”.
La donna, meravigliata nel sentirsi ripete il suo pensiero, arrossì dalla vergogna e chiese scusa al Santo. Filippo le disse con dolcezza: “Capisco il vostro dolore, ma dobbiamo fare la volontà di Dio, che è il padrone della nostra vita”.
Anche Theo Guerra, un senese di vita austera, rimase vittima di questo dono di Filippo. Una volta infatti vide il Padre scherzare allegramente con i suoi discepoli e si scandalizzò del suo comportamento, così poco consono, secondo il suo parere, ad un sacerdote. La sera dopo si recò a confessarsi da lui e dopo avergli rivelato tutti i peccati si sentì dire: “Quando ci si confessa bisogna essere sinceri e non bisogna aver paura di dire tutto. Perché non hai detto che ieri ti sei scandalizzato di me?”. Il Guerra si scusò con il Santo e da allora smise di pensare male di lui…