LO STUDIO
Vivere senza una fede,
senza un patrimonio da difendere,
senza sostenere in una lotta continua la Verità,
non è vivere, ma vivacchiare
La vita studentesca di Pier Giorgio inizia nella scuola pubblica, con Luciana, nell’infanzia, e vi prosegue, passando però due volte per il “Sociale”, per approdare infine all’università.
Pier Giorgio si porta addosso la fama, in casa, di studente non brillante, che “non sa scrivere”. Ma è uno studente normale. Il suo curriculum universitario non riporta molti voti eccelsi, il massimo è 90/100. Gli capita a volte di dover rimandare esami perché poco preparato: disavventure della maggior parte degli studenti.
Affronta lo studio con grande serietà. Ha scelto ingegneria mineraria perché desidera stare al fianco dei lavoratori tra i più sfruttati e meno garantiti dell’epoca, i minatori.
Qualcuno gli ricorda che, essendo lui un “signore”, potrebbe anche fare a meno di studiare.
E’ vero, ma la risposta è: “No, io sono povero come tutti i poveri. E voglio lavorare per loro”.
E’ consapevole che per fare bene un mestiere occorre competenza. Studiare per servire: vuole entrare nel mondo del lavoro pronto a fare la sua parte. Per realizzare il mondo più giusto che sogna, e battersi per la promozione degli umili e dei poveri, occorre avere una seria professionalità.
Lo studio perciò è per lui un dovere sentito dentro di sé, che diventa impegno convinto e, spesso, energico, fatto anche di rinunce e di sacrifici. Integra l’impegno sui libri con visite “sul campo” a miniere e pozzi.
Ha anche passione per la materia: negli anni raccoglie una nutrita serie di minerali, accuratamente classificati.
Il progresso della tecnica lo entusiasma: a Berlino nel ‘21 visita il “Deutsche Museum”, e ne rimane affascinato.
L’impegno tenace nello studio tempra senza dubbio la fibra morale di Pier Giorgio; la fatica della quotidianità, nel trattare le cose del mondo, è un tratto caratteristico della vocazione dei laici.
Dagli scritti di Pier Giorgio Frassati
Lo studio per suo conto procede abbastanza bene benché devo fare uno sforzo enorme per potermi concentrare in quelle poche ore assegnate allo studio: però ringrazio Dio che io abbia da studiare altrimenti la mia mente divagherebbe in cose allegre e tristi nello stesso tempo e non saprei dove andrei a finire.
(Lettera a Antonio Severi, Forte dei Marmi, 13/8/1924)
L’altro giorno sfogliando il calendario ho fatto una terribile constatazione: che ci avvicinavamo alla metà del mese ed allora mi sono detto fra di me qui è ora di intensificare lo studio ed allora ho deciso che appena giunto a Torino sarò morto a tutti tranne alla conferenza di S. Vincenzo e studierò dalla mattina fino alla sera. So che abbisogna una grande energia ma confido nella Provvidenza di Dio e perciò nelle preghiere degli amici. Sono lieto di rivederti e vorrei dedicarti non solo qualche giorno, ma tutto il tempo purché tale venuta non coincida in epoca di esame ed allora sarei forzato a far violenza ai miei affetti e strappare al tempo degli esami qualche ora in cui poter godere la tua cara compagnia.
(Lettera a Isidoro Bonini, Pollone, 15/4/1925)
Io passo la vita dedicata allo studio, sono come un naufrago che lotta disperatamente con i marosi sempre sperando in una ancora di salvezza, ed io sono così tuffato nelle dispense che esse quasi mi circondano tentando di affogarmi in questa lotta per poter giungere al porto che sarebbe l’esame. La mente inzuppata di questa arida scienza trova ogni tanto pace e refrigerio e godimento spirituale nella lettura di San Paolo. Io vorrei, che tu provasti a leggere San Paolo: è meraviglioso e l’anima si esalta da quella lettura e noi abbiamo sprone a seguitare la retta via e a ritornarne appena usciti con la colpa. Mercoledì, spero se non prima vi sarà il grande debutto. Il terz’ultimo debutto della mia vita di studente di politecnico e poi incomincerò la tesi. Il programma come vedi è grandioso, bisogna però trovare la buona volontà per attuarlo ma questa spero di conquistarla a poco a poco con la grazia di Dio.
(Lettera a Isidoro Bonini, Torino, 29/4/1925)