Per evitare la malformazione alla schiena deve portare un busto che l’opprime e la condiziona.
Comincia inoltre ad accusare una perdita dell’udito. Di giorno in giorno cresce l’inquietudine del suo spirito. Assetata d’amore, comunica ad Anna, la più cara amica dell’adolescenza, i suoi più profondi e delicati sentimenti. "Tu sei la mia prima amica e amica per me vuol dire qualcosa di piu' di quel che gli altri intendono. L’amica deve essere qualcosa di noi stessi e tu sei per me la meta' dell’anima mia, l’acqua in cui io mi specchio".

Quando per la lontananza non puo' godere della sua rasserenante presenza, Benedetta avverte ancora di piu' la solitudine interiore. La sordita' avanza. Si spegne il sussurro delle cose, la festa della vita: "... il cielo è grigio e nebbioso e le cose sono annoiate e piangono invece di ridere per la mia anima".
Le si apre una vita nuda d’amore: quanti desideri e speranze destinati a morire!
Rimpianto, smarrimento, angoscia. La prova si fa sempre più dura. Benedetta trema: "... temo che tutto sia illusione e l’illusione mi fa tremare piu' della disperazione".

Ad Anna, ancor piu' che alle pagine del suo diario, confida il tumulto del suo spirito. "Anch’io sono assetata di pace e desidero abbandonare le onde del mare e rifugiarmi nella quiete di un porto. Ma la mia barca e' fragile, le mie vele sono squarciate dal fulmine, i remi spezzati e la corrente mi trascina lontano".

Benedetta conosce il gelo dello scetticismo, l’allucinante paura del vuoto e invoca aiuto: "Sapessi, Anna, come ho bisogno del tuo aiuto. Desidero la verita', non desidero che questo, ma nessuno ne sa nulla".

Ma quella Verita' che lei cercava comincia a farsi sentire nella voce della sua anima.