La tempesta a poco a poco si placa. In questa drammatica esperienza umana si prepara la sua risurrezione. Benedetta scopre dentro di se' la ricchezza della vita interiore.
E’ in seconda liceo, al "Bagatta" di Desenzano quando annota nel diario: "Sono stata interrogata in latino; ogni tanto non capivo quello che il professore mi chiedeva. Che figura devo fare ogni tanto, ma cosa importa? Un giorno forse non capiro' niente di quello che gli altri dicono, ma sentiro' sempre la voce dell’anima mia: e questa e' la vera via che devo seguire".

Benedetta opera la scelta di una vita che trova il suo senso e la sua giustificazione nei valori dello spirito.

Autunno 1953. Dopo aver saltato la III liceo si iscrive all'Università di Milano; ha 17 anni. Il padre le suggerisce l'idea di laurearsi in Fisica e Benedetta, per compiacerlo, acconsente. Ma ben presto s'avvede di non essere fatta per quel genere di studi e passa a Medicina. "Affrontai il nuovo studio con ardore. Avevo sempre sognato di diventare medico. Voglio vivere, lottare, sacrificarmi per tutti gli uomini". La sordita' e' quasi totale.
Benedetta e' costretta a farsi accompagnare dalla giovane amica Anna perche' risponda in sua vece all'appello.

Completamente sorda e costretta a far uso del bastone per una insorta difficolta' motoria, si appresta a diventare medico. Le difficolta' sono enormi ma e' decisa a resistere con tutte le sue forze per guarire e per riuscire: "Mi basterebbe di arrivare ad esercitare, anche come l’ultimo dei medici..."