Nel '51 la famiglia Bianchi Porro si trasferisce a Sirmione del Garda. Benedetta parla con entusiasmo della sua villa affacciata sul lago: "bianca, dalle persiane verdi, un terrazzo di legno sul davanti, cancello piccolo a lato  le camere ampie e spaziose danno un senso di liberta'...". Sirmione e' bella, e alla ragazzina piace vivere nella sua villa tra gli ulivi, cosė come le piacciono le discussioni coi fratelli, la politica, lo sport, le lunghe nuotate nel lago, le voci, le risa, le barche, la gente, le cose.

Benedetta si appassiona a tutto; le piace molto studiare e trascorre ore al piano. Ma la sua ardente gioia di vivere ha un'ombra di tristezza, un presagio ineffabile, un nascosto tremore:
"guardando questo spettacolo il mio animo e' preso da ricordi, e da un terribile bisogno di indefinito, di lontano, di silenzio. Un bisogno di essere fuori dal mondo, lontana da tutti, e un bisogno di qualcuno cui confidare i dolori della mia vita; di uno, insomma, che mi consoli. Basta, per confortarmi, alzare il pensiero a Dio".