Nonostante tutto, Hans possedeva una gioia di vivere che non era tanto facile spegnere. Anzi, piú il mondo si oscurava intorno a lui, e piú risplendeva e si dispiegava questa sua forza interiore, che si era anzi assai approfondita dopo le vicende della campagna di Francia. La vita aveva assunto uno splendore tutto particolare mentre era tanto vicina alla morte.
Invero in quel periodo ebbe eccezionale fortuna nell'incontrare uomini di valore morale elevato. In una soleggiata giornata autunnale fece la conoscenza di uno studioso dai capelli d'argento. Doveva solo consegnargli qualcosa. Ma il vegliardo lo guardò in viso con i suoi occhi chiari e, dopo aver scambiato qualche parola con lui, lo invitò a tornare presto. A partire da quell'istante, Hans divenne ospite quotidiano della sua casa. Se ne stava per delle ore nell'enorme biblioteca. Quella casa era frequentata da poeti, studiosi e filosofi. I colloqui che aveva con loro gli aprivano mille porte e finestre sul mondo dello spirito. Vedeva però anche che vegetavano in quel clima di oppressione, come piante tenute in una cantina; e che avevano tutti un'unica grande aspirazione: quella di respirare di nuovo liberamente, di poter creare liberamente e di essere di nuovo interamente se stessi.
Alexander Schmorell
Anche fra gli studenti Hans ne incontrò piú di uno ché aveva le sue stesse idee. Uno di essi gli fece particolarmente impressione per l'alta statura e il comportamento elegante e disinvolto che lo distinguevano. Questi era Alexander Schmorell, figlio di uno stimato medico di Monaco. Una cordiale amicizia sorse ben presto fra i due, un'amicizia iniziata rivoluzionando la ottusa vita di caserma con innumerevoli trovate spiritose e con degli scherzi. Pochi, penso, possedevano un umorismo cosí comunicativo e cosí tranquillo come Alex. Egli vedeva il mondo con occhi cosí pieni di fantasia, come se lo vedesse ogni giorno per la prima volta. Gli sembrava bello, originale, spiritoso e pieno di cose che suscitavano la sua curiosità. Ne godeva con voluttà grandiosa e infantile al tempo
stesso, e non si faceva troppe domande, né stava a controllare molto. E come sapeva prendere largamente, cosí sapeva anche con larghezza dare. Sapeva donare come un re. Da questa sua gaiezza, da questa vita libera e spensierata, trapelava però talvolta anche qualcos'altro: un interrogativo, una ricerca, un'antica, profonda serietà. Da piccino, in braccio alla bambinaia, era fuggito dalla Russia insieme ai genitori.
Christl Probst
Attraverso Alex, Hans trovò un altro amico fra gli studenti: Christl Probst. Si era accorto ben presto che esisteva una profonda affinità spirituale fra lui e Christl. Erano mossi ambedue dallo stesso amore per il creato, per gli stessi libri e filosofi.
Christi conosceva le stelle, e sapeva molte cose intorno ai minerali e alle piante dei monti dell'Alta Baviera, dove si trovava il suo paese natio. Ma quel che univa soprattutto Hans a lui, era la comune ricerca di quell'Uno che è dietro ogni cosa, dietro agli uomini e alla loro storia. Christl nutriva una profonda venerazione per suo padre, che era stato un fine studioso. La morte immatura di lui aveva contribuito forse molto a far maturare precocemente Christl. Era il solo dei quattro studenti che fosse sposato. Aveva due figlioletti, l'uno di tre e l'altro di due anni.
Willi Graf
Un quarto studente si uni piú tardi a questo gruppetto di amici: Willi Graf, un giovane alto e biondo, della regione della Saar. Era piuttosto taciturno, riflessivo e introverso. Ma guardandolo in viso Hans pensò immediatamente: « È dei nostri ». Anche Willi Graf si occupava intensamente di problemi filosofici e teologici. «Quando dice qualcosa in quel suo modo che va al fondo», lo descrisse Sophie, «si ha l'impressione che non avrebbe saputo esprimerla a parole fin quando non avesse fatto completamente sua quell'idea. Ecco perché tutto appare cosí pulito, cosí autentico, cosí profondamente degno di fiducia in lui». Suo padre, direttore di un'azienda di medie dimensioni, era abituato a vedere il figlio andare per la sua strada. Aveva aderito giovanissimo a un gruppo giovanile cattolico, molto attivo, ed era stato vittima anche lui dell'ondata dì arresti che aveva raggiunto Hans nel 1938. Ora studiava medicina, come Christi, Alex e Hans.
Si incontravano spesso, dopo qualche concerto, nella fiaschetteria italiana di Lombardi. Ma presto incominciarono a sentirsi a casa propria nella stanzetta di Hans o in casa di Alex. Si segnalavano vicendevolmente dei libri, facevano lettura ad alta voce, discutevano; oppure erano presi tutto d'un tratto da pazza allegria, e facevano un mucchio di stravaganze. Possedevano sovrabbondanza di fantasia, di umorismo e di gioia di vivere, che a volte doveva sfogarsi.