Nel 1911, all'età di trent'anni, pubblicò un terribile libro, intitolato 'Le memorie d'Iddio'. In questo libro Papini, ironicamente, metteva in scena Dio stesso e sulla bocca di Dio poneva queste blasfeme parole: "Uomini: diventate atei tutti, fatevi atei subito! Dio stesso, il vostro Dio, Iddio vostro figlio, ve ne prega con tutta l'anima sua!". Parole terribili!
L'opera, si capisce, fece grande scalpore e suscitò un mare di reazioni. Giovanni Papini, dopo la conversione, piangeva al pensiero di aver scritto un simile libro e incaricò la figlia Viola di ricercare tutte le copie ancora esistenti e di bruciarle. È stata la figlia a raccontare che il papà, rattristato e pentito, un giorno le disse: "Viola, mi fido soltanto di te. Mi son fatto rendere da Vallecchi tutti i volumi delle 'Memorie d'Iddio': bruciali tutti, che non ne resti nemmeno una copia!".
Ma nel 1911 il sentimento di Papini era completamente diverso e provò una soddisfazione beffarda di fronte ai commenti scandalizzati dei credenti. E, due anni dopo, sulla rivista da lui fondata, L'Acerba, pubblicò un articolo ancora più cattivo, intitolato 'Cristo peccatore'. In quelle pagine egli insultò Cristo con termini volgari e irripetibili, al punto tale che l'arcivescovo di Firenze proibì ai fedeli la lettura della rivista e contro l'autore venne intentato un processo (nel quale fu assolto) per oltraggio alla religione.
In quell'occasione Tommaso Gallarati Scotti gli scrisse una severa lettera di rimprovero, che però terminava con una singolare profezia. Diceva così: "Lascia che io confidi per te in Colui a cui hai gettato il fango e nel quale io credo con tutto l'ardore della mia fede rinata. Perché tu non te ne puoi liberare. L'ombra della Sua croce si stende anche sopra di te, il Suo occhio non ti abbandona. Egli rimane il silenzioso giudice della tua vita. Tu non puoi fuggirlo. Egli attende la tua anima al varco per risponderti".
E così è stato: puntualmente!
Anche Domenico Giuliotti, anima aperta alla Luce di Cristo, era convinto che le bestemmie di Papini nascondessero interesse, nostalgia e forse… anche amore. Fu Giuliotti a dire apertamente che quel "fetido, ignorantissimo e stupidissimo porcume dell'Acerba" non era il vero Papini.