Il Diavolo? Abita in città
Per lo scrittore cattolico francese il Lucifero del Duemila abita a
Ginevra, è contento del progresso e si congratula perché gli uomini moderni
hanno smesso di credere in lui
di Maurizio Blondet (quotidiano Avvenire)
Tutti
a domandarsi, ora: da dove spuntano le Bestie di Satana praticanti di omicidi
seriali e hard rock, le pugnalatrici adolescenti di suore, i ragazzotti
tatuati col "666"? Queste tenebre hanno da tempo la loro Bibbia: il libro,
firmato da "Hakim Bey" (al secolo Peter Lamborn Wilson, antropologo americano
) circola dal 1993. Titolo: TAZ, Zone Temporaneamente Autonome, pubblicato da
ShaKe Edizioni Undeground, una casa editrice vicina ai Centri sociali. Ecco
cosa predica Hakim Bey: «L'anarchismo deve svezzarsi dal materialismo e dal
banale scientismo del XIX secolo... Abbiamo bisogno di un tipo pratico di
misticismo anarchico, inesorabilmente anti-clericale». Esso consisterà nella
«religione inversa, di abrogazione e di apostasia, che fu propria della
setta islamica degli Assassini». L'atto di fede di questa nuova religione:
«Tutte le leggi sono innaturali. Tutto appartiene alla sfera della moralità
personale; anche l'assassinio».
Insomma, l'ultima estrema Rivoluzione è quella che abbatte non più la società
capitalista, ma la Ragione. La sua forza è l'abbandono della coscienza lucida,
la sua religione è l'evocazione degli inferi. I complessini rock che si
autobattezzano Abaddon (Rovina) e Mephisto (Fetore) adottano antichi nomi
della Legione: e mai come in questo campo, "nominare" significa evocare,
chiamare gli esseri oscuri nel nostro mondo.
Ma nel 1976, quando il noto scrittore cattolico francese André Frossard,
imitando le famose Lettere di Berlicche di Clive Staples Lewis, scrisse 36
preuves de l'existence du diable - oggi ripubblicato con il titolo Il
diavolo forse, a cura di A. Famà (Sei, 13 euro, 114 pagine) il
progressismo non s'era ancora tramutato in regressismo. La moda, allora, era
per la "demitizzazione". I teologi à la page ripulivano dai "miti" Gesù,
figurarsi se non demitizzavano il diavolo. Così, Frossard fa scrivere al
diavolo stesso certe lettere, in cui egli mostra - negli atti umani e nelle
strutture della società - le prove della propria esistenza. Dice di abitare a
Ginevra: «Mi piace questa città dalle tempie grigie, il suo getto d'acqua che
non battezza nessuno, il battito sotterraneo delle sue mandibole bancarie...».
Si dichiara bellissimo: «Ed è per conservare questa bellezza che mi astengo
dai sentimenti che potrebbero degradarla. Dalla pietà, che altera i
lineamenti; dalla compassione, che li deforma; dalla carità, che li scava». E'
il padrone dell'epoca razionale, sanitaria, previdenziale. Felice che sia
finito il Medioevo: «Quando c'era solo la dannazione da temere, [e perciò] il
resto non vi preoccupava poi eccessivamente. Dal momento in cui non avete
avuto più paura dell'inferno, tutto vi spaventa». E' un Lucifero urbanizzato e
metropolitano: «Odio la campagna: vi si coglie un'esalazione lontana di quel
paradiso terrestre che mi ha lasciato un così triste ricordo». Favorevole alla
scienza: «Conoscendo le stelle, le interrogherete di meno. Con la vostra
propensione a credere che basti penetrare un segreto per dissipare un mistero,
non vi aspetterete più niente da esse». «La scienza ha su di voi effetti
miracolosi: lo stupore, invece di aumentare con le sue scoperte, diminuisce».
Si complimenta: «I progressi della vostra insensibilità sono veramente
affascinanti».
Si congratula che gli uomini moderni abbiano smesso di credere in lui, il
Tentatore: «Ormai siete totalmente responsabili delle vostre azioni; visto che
non ci sono più io a fare da circostanza attenuante, non vi perdonate più
niente gli uni agli altri».
È un diavolo progressista e aperto, liberista e radicale: «Voi credete di fare
la vostra volontà, e fate invece la mia, con precisione e celerità».
Intravvede per noi un luminoso futuro: «Presto non opporrete che il vuoto ai
tentativi di recupero dell'Altro [Dio]. Non dirò che in questo mi obbedite: mi
imitate, il che è ancor meglio»: insomma ecco il Lucifero di Frossard, Nemico
dello Spirito, scintilla di un ésprit molto parigino.
A chi
scrive il diavolo le sue lettere? Ai giornalisti. Ci considera colleghi:
«Pensate così poco a informare, che fate tutti un identico giornale. I vostri
tre canali televisivi, non sono altro che tre versioni luminescenti di Le
Monde». Ci riconosce, a noi dei media, di coltivare «le virtù che mi son
sempre sforzato di far prevalere: dubbio, invidia, disprezzo e, per quanto
riguarda i migliori di voi, l'odio». Il che conferma che il mestiere più
antico del mondo non è quello che si dice (povere donne), ma il nostro. Fu
certamente un nostro Collega quello che nell'Eden, senza esserne richiesto,
diede ad Adamo ed Eva un'informazione clamorosa («Sarete come dèi»). Era il
primo scoop della storia. Come sappiamo, la notizia risultò falsa, e dovette
essere rettificata.