IL NOVIZIATO

 

 

Dopo tre anni dedicati allo studio e alla preghiera, arrivava per il nostro giovane un momento molto importante per la vita di ogni religioso: l'anno di noviziato. I Superiori ammisero senza alcuna difficoltà Raimondo a questo periodo di prova spirituale. Ma, poco prima di vestire il saio, egli fu tentato dal dubbio che la Madonna non lo volesse frate, ma soldato, che sarebbe dovuto morire combattendo per la sua Patria e che ciò gli sarebbe stato impossibile rimanendo nell’Ordine francescano. La Madre di Dio però vegliava sul “suo” giovane cavaliere. Qualche anno più tardi Massimiliano ricorderà con commozione in una sua lettera alla mamma quel momento così decisivo:

 

«Prima del noviziato, io non volevo chiedere l’abito, anzi volevo distogliere anche Francesco... ed allora avvenne quel fatto memorabile, allorché, mentre stavo andando dal Padre Provinciale per dirgli che io e Francesco non volevamo entrare nell’Ordine, ho sentito il suono del campanello che mi chiamava in parlatorio. La Provvidenza divina, nella sua infinita misericordia attraverso l’Immacolata, ha mandato te, mamma, in un momento così critico a farci visita. E così Iddio ha sconvolto tutte le trame del demonio. Che cosa sarebbe avvenuto se in quel momento l’Immacolata non avesse steso la sua mano?».

 

La sera del 4 settembre 1910 Raimondo Kolbe, nella cappella del Seminario, diede il suo addio al mondo, indossò il saio francescano e prese, su invito dei superiori,  il nuovo nome di Massimiliano. Aveva sedici anni e otto mesi.