Prevede Cardinali e Papi

Tra i carismi del Santo vi era quello della profezia. Nel 1566, alla morte di Pio IV, si aprì il Conclave che doveva scegliere il nuovo pontefice. Erano già trascorse lunghe settimane di attesa ma solo fumo nero usciva dai comignoli di San Pietro. Quando alcuni padri gesuiti vennero a chiedere l’aiuto di alcuni cantori dell’Oratorio per una loro recita, Filippo guardò il cielo ed inizio a tremare, poi chiese loro per quando era previsto il loro spettacolo. “Per domenica” fu la risposta. Filippo allora rivelò loro: “Avete scelto bene, perché lunedì ci sarà il nuovo papa”.

E chi sarà?” - gli fu chiesto dagli incuriositi presenti – “Il Cardinale Alessandrino”, rispose sicuro il Santo.

Il lunedì successivo, dopo la tradizionale fumata bianca, il cardinale Alessandrino saliva al soglio pontificio con il nome di Pio V.

Filippo profetizzò il papato anche a Nicolò Sfondrato, Cardinale di Cremona. Quando si recò a trovarlo all’Oratorio, Filippo chiese a Marcello Vitelleschi di andargli a prendere il berretto papale donatogli da Pio V. Poi lo appoggiò sulla testa del cardinale, dicendo: “Sì, è come pensavo. Ti va a pennello. Siete proprio fatto per queste cose”. Poi ordinò ai suoi discepoli di baciare il piede al futuro papa. Lo Sfrondato, pensando fosse una delle solite burle di Filippo si prestò al gioco. Ma quando il Conclave del 1590 lo elesse papa, Gregorio XI si rese conto che lo scherzo, più che Filippo, glielo aveva fatto lo Spirito di Dio.

 

Enrico IV, l’eretico riconciliato

Il carisma di Filippo fu di aiuto concreto anche per la soluzione dei difficili problemi politici del suo tempo. Alla morte di Enrico III, Re di Francia, i protestanti elessero come successore Enrico IV di Navarra, di fede calvinista. Molte volte aveva dichiarato il suo desiderio di ritornare nella fede cattolica, ma dopo questi proclami, per opportunismo politico, era sempre ricaduto nell’errore. Il 25 luglio 1593 abiurò solennemente l’eresia di fronte ad alcuni Vescovi francesi, i quali l’assolsero dalla scomunica. Era necessario però che anche il papa confermasse l’atto di grazia: per questo fu inviato a Roma come ambasciatore il duca di Nevers. Clemente VIII si trovava in una situazione imbarazzante: da una parte credeva poco al reale pentimento di Enrico IV, dall’altra aveva paura di un possibile scisma della chiesa francese che imprudentemente lo aveva già incoronato Re a Chartres. “Ci vorrebbe un angelo dal cielo per convincermi del pentimento di Enrico”, borbottava fra sé il papa. Questo angelo fu proprio san Filippo. Egli si presentò dal papa, proponendogli una soluzione pratica della questione attraverso un’assoluzione “con un anno di prova”, ma Clemente VIII non si convinse della cosa. Filippo tirò fuori allora la carta del Baronio: il suo discepolo era divenuto infatti confessore del Pontefice e suo consigliere. Da buon storico redasse uno studio sulla questione che appoggiava l’idea di Filippo. Poi, consigliato dal Santo, forzò la mano al Papa “minacciandolo” di non ascoltare più le sue confessioni se egli non avesse assolto dalla scomunica Enrico IV. Per tranquillizzare il Pontefice aggiunse: “Padre Filippo mi ha detto che deve assolverlo senza scrupoli, perché si obbliga lui stesso a rendere conto dinanzi a Dio di questa azione”.

Questa volta Clemente VIII si lasciò convincere e il 17 settembre 1595 confermò con la sua benedizione l’elezione del Re di Francia.

 

Un cardinale mancato

Il Papa voleva ringraziare Filippo per la sua preziosa opera di mediazione con il Regno di Francia. Decise per questo di nominarlo Cardinale, ma Filippo, venutolo a sapere, mandò a dire al Pontefice: “Santità, non sono degno di tanto onore: io sono un povero prete; ve ne sono tanti più degni di me”. Clemente VIII volle insistere e inviò alla Chiesa Nuova un prelato a consegnare la berretta rossa. Filippo la prese tra le sue mani e la lanciò verso il cielo, gridando: “Paradiso, Paradiso!”. Era il motto abituale con cui respingeva ogni vanità umana che cercava di sedurlo.

Anche quando salì al soglio pontificio Gregorio XIV il Santo “rischiò” nuovamente la nomina a Cardinale. Il papa voleva rifarsi di quando era stato Filippo a sistemargli sulla testa come profezia la berretta di Pio V.  Questa volta fu lui a prendere una berretta rossa e a infilarla sulla testa del vecchio Padre Spirituale. Filippo rimase un attimo confuso, poi con le lacrime agli occhi disse di non poter accettare un ufficio così importante. Poi dichiarò al Pontefice: “La ringrazio di cuore. Le farò sapere quando sarò pronto a ricevere la dignità cardinalizia”. Naturalmente il papa aspettò invano il giorno che non arrivò mai…