La risposta di Cristo
La risposta di Cristo non tardò a venire, perché Cristo è sempre accanto all'uomo che Lo invoca: il problema non è Lui, ma è la porta del cuore umano che deve umilmente aprirsi per accogliere l'infaticabile Pellegrino d'Amore. Perché Lui, Gesù Cristo, non ha l'abitudine (che è tipica dei ladri) di sfondare le porte.
Ma se la porta si apre…!
Non sappiamo quando Papini aprì la porta a Cristo: noi siamo soltanto spettatori della festa, a incontro già avvenuto. Però è sicuro che l'incontro avvenne tra il 1919 e il 1921. Come? Che cosa o chi preparò l'incontro?
Possiamo affermare che tutta una serie di provvidenziali circostanze ammansirono 'la belva' nascosta nell'anima di Papini e fecero nascere l'agnello pronto a correre incontro al Buon Pastore.
Ecco le circostanze: la prima guerra mondiale con la sua carica di tragedie assurde; il rimorso d'averla invocata (anche questo fece Papini!); la Comunione delle sue bambine e la dolcezza cristiana della moglie; i rimproveri e gli stimoli continui dell'amico Domenico Giuliotti; le letture buone di quel periodo (tra cui le opere di S. Agostino e di Pascal e gli Esercizi Spirituali di S. Ignazio di Loyola e l'Imitazione di Cristo e lo stesso Vangelo) andavano tutti in una direzione: il cuore ormai gravitava verso Cristo.
Il buon amico Giuliotti, il 20 gennaio 1920 gli scrisse: "Tu assetato di verità, eccoti sprofondato, fino all'ultimo ricciolo della tua gran testa piena di lampi e di buio, nel fetido pozzo nero dell'anticlericalismo che disprezzi. I tuoi occhi non vedono; i tuoi orecchi, otturati dal cerume dell'ignoranza religiosa, non odono. Hai da imparare a farti il segno della Croce, da imparare a inginocchiarti, da imparare a credere nell'Incomprensibile, da imparare a comunicarti come le tue bambine e da imparare infine, carezzato dalla Fede, a combattere per la verità della Chiesa che è la verità di Dio.
La tua penna, per vent'anni, ha scritto a dettatura del diavolo. Tu sei stato, per vent'anni, un avvelenatore di te stesso e degli altri. Bisogna cancellare e riscrivere. I tuoi libri, alcuni infami, altri vani, altri belli ma profani, buttali risolutamente e con gioia, sul rogo della vanità. E ricomincia da capo. Scrivi per rinnegare tutto ciò che hai scritto; per essere folle, tra i savi del mondo, della follia di Cristo. Mettiti contro-corrente. Lotta, ricoperto dagli sputi della marmaglia, sotto l'insegna della Croce" .
Come è commovente questo modo di essere amici: amici per farsi del bene. Questa è l'amicizia! E Papini ascoltò l'amico Domenico Giuliotti e ascoltò tante voci che indicavano tutte la stessa direzione. Dirà lui stesso: "Come lo scrittore sia giunto a ritrovare Cristo, da sé, camminando per molte strade che alla fine sboccavano tutte ai piedi della Montagna dell'Evangelo, sarebbe un discorso troppo lungo e anche difficile".
È vero! È difficile raccontare la strada fatta per andare incontro a Cristo, perché, in verità, quella strada è la strada che ha fatto Cristo per venire incontro a noi. Qui sta il meraviglioso mistero di ogni conversione.