Via Crucis

Presieduta da Giovanni Paolo II

 

Roma, Colosseo 1996

 

Testi di meditazione preparati dal Cardinale Vinko Puljìc, Arcivescovo di Vrhbosna (Sarajevo)

 

 

PREGHIERA INIZIALE

 

Nel Nome del Padre…

 

Fratelli e sorelle, in questo Venerdì Santo ci siamo radunati per percorrere, meditando, il cammino della Croce del nostro Signore e Redentore Gesù Cristo. Siamo nel Colosseo insigne monumento dell'Impero Romano, memoria viva della Chiesa dei martiri, che, forti nella fede, hanno vinto l'odio con l'amore, il male con il bene.

Ogni giorno costatiamo che l'uomo è profondamente ferito dal peccato: deturpato il suo volto, inquinato il suo rapporto con gli altri, distrutte le vie della comunione e dell'incontro.

Gesù, assumendo su di sé la croce, si «è caricato delle nostre sofferenze» (Is 53, 4).

«Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato» (2 Cor 5,21), perché l'uomo caduto potesse rialzarsi e riacquistare la dignità che aveva quando fu creato a immagine e somiglianza di Dio.

Seguendo il nostro Redentore dal Getsemani al Golgota, lungo la via che ha dischiuso all'umanità gli orizzonti della Risurrezione e della gloria dei figli di Dio, mettiamoci umilmente alla scuola della Croce, da dove Gesù ha effuso sul mondo amore e perdono, pace e riconciliazione, vita e salvezza.

Lungo il cammino della Croce, che si ripete oggi in coloro che, lungo le vie del mondo, affamati di pane e di giustizia, assetati di pace e di libertà, sono umiliati, perseguitati, oppressi, ci accompagnerà la Madre di Gesù, divenuta sotto la Croce Madre della Chiesa e dell'umanità redenta.

 

Breve pausa di silenzio.

 

Preghiamo.

Signore Gesù, che solidale con gli uomini, tuoi fratelli peccatori, hai percorso, innocente, la via della Croce, concedi a noi di camminare dietro a te nella strada della vita e di contemplare te in ogni uomo che soffre a causa del nostro peccato. Tu vivi e regni nei secoli dei secoli.

Amen.

 

PRIMA STAZIONE

Gesù è condannato a morte

 

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo

perché con la tua santa Croce hai redento il mondo

 

Dal Vangelo secondo Matteo

27, 22‑23.26

Disse loro Pilato: «Che farò dunque di Gesù chiamato il Cristo?». Tutti risposero: «Sia crocifisso!». Ed egli aggiunse: «Ma che male ha fatto?». Essi allora urlarono: «Sia crocifisso!». Allora rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso.

 

Meditazione

Nel Giordano Gesù aveva udito la voce del Padre: «Questi è il mio Figlio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto» (Mt 3, 17).

Ora, in Gerusalemme, ode la voce risentita degli scribi e degli anziani: «È reo di morte» (Mt 26,65).

Ode l'urlo della folla: «Sia crocifisso!» (Mt 27,23).

L'innocente subisce ingiusta condanna, ma tace e accetta. Sa che in lui si deve compiere la parola profetica: «Condanniamo il giusto a una morte infame» (Sap 2, 20). Conosce il misterioso disegno del Padre: «Il Figlio dell'uomo sarà consegnato ai sommi sacerdoti e agli scribi, che lo condanneranno a morte» (Mt 20,18). Vuole assumere in sé, per condividerle ed espiarle, tutte le inique condanne della storia.

Nel silenzio, subendo l'iniquo processo, il Maestro avvalora l'ammonimento dato ai discepoli: «Non condannate e non sarete condannati» (Lc 6,37).

 

Orazione

Signore Gesù, nel tuo processo hai subito false accuse e ingiusta condanna, perché nel giorno del nostro giudizio il perdono cancelli la colpa, la misericordia esalti la giustizia.

Con la tua grazia, conforta quanti subiscono ingiusta pena, solleva quanti piangono il loro errore, converti quanti non riconoscono la loro colpa.

A tutti noi, Signore, dona un cuore che non giudichi né condanni, ma accolga e comprenda, dimentichi e perdoni.

A te, Gesù, giusto Giudice, l'onore e la gloria nei secoli senza fine.

Amen.

 

SECONDA STAZIONE

Gesù riceve la croce sulle spalle

 

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo

perché con la tua santa Croce hai redento il mondo

 

Dal Vangelo secondo Matteo

27,27‑31

Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la coorte. Spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con una canna nella destra; poi mentre gli si inginocchiavano davanti, lo schernivano: «Salve, re dei Giudei!». E sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo schernito, lo spogliarono del mantello, gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo.

 

Meditazione

Gesù rifiuta ogni compromesso con l'ingiustizia e la menzogna, e accetta il mistero della croce, perché siano affermate la verità e la giustizia.

Il mistero si prolunga: in ogni uomo ingiustamente condannato, maltrattato e perseguitato, privato dei suoi diritti e della sua dignità, Gesù è ancora oggi schernito e deriso. Oggi ancora è rivestito di un manto scarlatto: il sangue fraterno delle innumerevoli vittime innocenti.

Si prolunga l'iniqua condanna: là dove il rifiuto non si muta in accoglienza, la sopraffazione in solidarietà, la vendetta in perdono.

Tribunale di Pilato, corte dei soldati ... sono oggi le carceri disumane, i campi di sterminio, le regioni sottoposte a «pulizia etnica», le vie percorse da colonne di profughi.

 

Orazione

Gesù, coronato di spine, carico della croce, ti avvii, mite e paziente, verso il Golgota per offrire te stesso, Agnello senza macchia, in sacrificio di espiazione per i nostri peccati.

Donaci, Signore, di accogliere con te e come te la nostra croce, per offrire su di essa, altare del nvstro sacerdozio battesimale, il culto spirituale a te gradito: una vita santa, vissuta nell'amore.

A te, Gesù, sócerdote e vittima, la lode e la gloria nei secoli.

 

TERZA STAZIONE

Gesù cade per la prima volta<—p>

 

Ti adoriamo, o Cristo, e ti b…nediciamo d

perché con la tua santa Croce hai red}nto il mondo

 

Dal libro del profeta Isaia

53ì 4‑6\/p>

Egli si è caricato delle nostre sofFerenza, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigatol percossj da Dio e umiÔiato. Egli è stato trafitto per i nostrixdelitti, schiacciato P}r le nostre ini±uità. Il!castigo che ci dà•   salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada, il úignore fece ¸icadere su di lui l'iniqMiôà Di noi tutti.

 

Meditazione

Curvo solto la croce, piagato e sanguinante Ge[ù sale verso il luogo in cui dirà: «Tutto è compiuto» (Gv 19,30), ma soccombe alla fatica e cade.

Nella caduta si fa¸aâkora più vic wo all'uomo: nelea polvere incontrala sua creatur, plasmata dalla polvere, eppure d¥stinata ad essere tempio sant< di Äio.<'p6

Per il8pq prio f l'altrui peccawo continuamente#sé ripete per l'uomo il dramma della cadpta. Ma egli non è s3lo: gli viene in socc rso uw amico, Gesù, che è stato pronto ad dnnievtarsi, perché egli wossb ribkzarsi e, riprendevdom coraggio, proseguire il cammino.

C

Orazione

Signore GeÓù, sei caduto sotto il peso della croce, carica det peccat& Üel mondo.

Cahmina accanto a noi, perché non cadiamo schiaccqati dal peso delle nostre colpe.Cammina accanto a noi, perché non veniamo meno lungo la via,%che attraversw la passioje coKduãe allW gloria.

Cammina accanto a noi, perché, per¢orrendo$insieme la via deŒly croce, diveniamo tuoi veri discepoli.

A te, Gesù, la nostra lode e8il nostro amore nei secoli.

Amen.

 

QUARTA STAZIONE

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Gesù incontra sua madre

 

Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo

perché coû la tua santa Croce hai redento il mondo

 

Dal Vangelo secondo Luca

2,34‑35.51

Simeone parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di cont$addizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una(spada trafiggerà l'anima» ... Sua madbe serbav© tutte queste cose nel suo cuore.

 

Meditazione

Fra la gente assiepata lungo la via che conduce al Calvario è la Madre di Gesù.

Fnche ìei/ come ogni anno, è salita a Gerusalemme per celebrare la Pasqua: Pasqua ‑ ellaàlo sa ormai ‑ dell'Agnello suo Figlio.

Gesù ne incontra lo sguardo; momento di comune, indicibile dolore, ma pure di reciproco conforto: entrambi sono coscienti di avere accettato il piano di salvezza del Padre e si incoraggiano a rimanere fedeli alla loro missione

L'intesa í profonda* Muove allora anche la Madre verso il Calvario, perché là, dove muore il Figlio, nascano innumerevoli bigli, e il luogo del Cranio si îuti in sorgente di vita.

 

Orazione

Santa Maria, madre di Gesù, il «segno co¨traddetto», tu sei sorella di innumerevoli madri, che piangono un figlio umiliato, ferito, ucciso.

Intercedi per loro, pfrché, sorrette dalla grazia, siano testimoni della sacralmtà della vita, vindici della sua dqgnità, educatrici di pace.

Leniscano con il balsamo di un amore coraggioso le piaghe aperte dalla violenza e ÷ dall'odio nel corpo, nel cuìre, nell'umana convivenza; e, peò la loro fede nel Vivente, dalle macerie della morte rinasca la fiducia nel futuroe nella vita.

A te, santa aria, madre intrepida, trafétta dalla spada del dolore, la nostra lode memore e grata. Amen.

   

QUINTA STAZIONE

Simone di@Cirene porta la croce di Ges½

 

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo

perché con la tua santa Croce hai redento il mondo

 

Dal Vangelo secondo Luca

23,26‑27

Mentre lo conducevano via, presero un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù. Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui.

 

Meditazione

Gesù, «potenza di Dio» (1 Cr 1,24), è allo stremo delle forze: rischia di non giungere al termine del cammino. Potrebbe dunque saltare l'esecuzione della condanna: morte di croce.

Allora sulle spalle di uno straniero, un pover'uomo che non può ribellarsi, caricano la croce di Gesù. È calcolo, non pietà.

Lo costringono: che c'entra lui con quel condannato? Ne sconvolgono i piani: gli ingiungono un'immane fatica, quando egli, terminato appena il lavoro nei campi, sta tornando a casa sua.

Ma camminando dietro a Gesù, l'uomo di Cirene da costretto diventa libero, da estraneo, discepolo.

Croce misteriosa: è nostra perché è di un altro, Gesù; perciò è sorgente di grazia e di libertà.

Ognuno di noi, per il prossimo deve farsi Simone di Cirene: accogliendo la croce inattesa, portando con amore il peso dell'altro.

 

Orazione

A te, Gesù, affranto, stremato, Simone di Cirene porge un aiuto: camminando dietro a te, porta la tua croce.

Ma sei tu, Signore, il vero Cireneo dei secoli. Tuo è l'invito: «Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi» (Mt 11,28); tua l'assicurazione: «Il mio giogo è dolce e il mio carico leggero» (Mt 11,30).

In te, con te, per te il peso della vita diviene lieve fardello.

Insegnaci, Maestro buono, a chinarci con amore sul travaglio dell'uomo, a portare il peso del fratello, a condividere la fatica della vita.

A te, Gesù, forza e sostegno dell'universo, ogni onore e gloria nei secoli senza fine. Amen.

 

SESTA STAZIONE

La Veronica asciuga il volto di Gesù

 

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo

perché con la tua santa Croce hai redento il mondo

 

Dal libro del profeta Isaia

52,2‑3

Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per provare in lui diletto. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia.

 

Meditazione

Sulla cima del Tabor il volto di Cristo «brillò come il sole» (Mt 17,2); sulla salita del Calvario quel volto è ora tumefatto e insanguinato, quasi irriconoscibile. Là agiva la gloria di Dio, qui, beffardo, il peccato dell'uomo.

Ma non tutti accettano passivamente l'oltraggio recato all'Innocente. Una donna, Veronica, scavalca le barriere dell'odio e della violenza e si avvicina a Gesù per asciugarne con il velo il volto madido di sudore e di sangue. Gesto di coraggio e di pietà.

Un'altra donna ne aveva unto i piedi, altre staranno presso la croce del Giusto, altre prepareranno aromi e unguenti per la sepoltura: gesti profetici, gesti di amore, che illuminano tuttora la vita della Chiesa.

Nel volto insanguinato del condannato a morte l'occhio compassionevole della Veronica riconobbe il volto del «più bello tra i figli dell'uomo» (Sal 45,3): solo lo sguardo dell'amore scorge nel volto del profugo, dell'esule, del malato i tratti del volto sofferente di Cristo.

 

Orazione

Gesù, sul velo della Veronica il tuo volto sereno e sofferente; sul volto di ogni uomo e di ogni donna l'immagine gloriosa del Padre.

Dall'alba «il tuo volto, Signore, io cerco» (Sal 27,8) e dappertutto lo trovo in mille fattezze: di bimbo, di anziano, di infermo.

Donaci, Gesù, la compassione e l'ardimento della Veronica, per asciugare con la consolazione dello Spirito i volti rigati di sudore e di sangue; così, alla sera della vita, avremo impressa nel cuore la vera icona della tua gloria, Figlio di Dio e Figlio dell'uomo.

A te, Gesù, splendore della gloria del Padre, il nostro amore fedele e grato. Amen.

 

 

SETTIMA STAZIONE

Gesù cade per la seconda volta

 

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo

perché con la tua santa Croce hai redento il mondo

 

Dal libro delle Lamentazioni

3, 1‑2.9.16

Io sono l'uomo che ha provato la miseria sotto la sferza della sua ira. Egli mi ha guidato, mi ha fatto camminare nelle tenebre e non nella luce... Ha sbarrato le mie vie con blocchi di pietra, ha ostruito i miei sentieri... Mi ha spezzato con la sabbia l'identità mi ha steso nella polvere.

 

Meditazione

Per la seconda volta, lungo la via che conduce al Golgota, Gesù cade sotto il peso della croce: espiazione profetica delle nostre cadute nel cammino della vita.

Ma egli, esperto nel patire e nell'amare, guarda non tanto le nostre cadute quanto la volontà di rialzarci

e di non perdere di vista la meta: la verità, la giustizia, il bene.

Scoraggiato dall’indifferenza che lo circonda, sopraffatto dalle difficoltà, l'uomo è tentato di abbandonare il campo: gli pare vano lottare contro il male, l'ingiustizia, la menzogna e, sfiduciato, resta per terra.

Ma, nella fede, vede Gesù che si rialza dalla polvere: lo sorregge il desiderio di portare a termine la missione affidatagli dal Padre. Allora anch'egli si rialza, mentre nel suo cuore si riaccende la fiducia nella vittoria finale del Bene, nel trionfo definitivo della Giustizia, nello splendore ultimo della Verità.

 

Orazione

Gesù, quando, vacillanti, nella fede, saremo caduti, vieni a rialzarci.

Quando, colpiti dalla sfiducia, saremo prostrati, vieni a sollevarci.

Quando, smarrita la via, saremo accasciati e sfiniti stendi a noi, Gesù, la tua mano ‑ gesto di amicizia e di vita - perché, rivolto di nuovo lo sguardo alla meta, riprendiamo alacri il cammino verso il monte santo, verso la Città della Luce.

A te, Gesù, sostegno della nostra debolezza, la lode pura e il canto amico. Amen.

 

 

OTTAVA STAZIONE

Le donne di Gerusalemme piangono su Gesù


Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo

perché con la tua santa Croce hai redento il mondo

 

Dal Vangelo secondo Luca

23,27‑31

Gesù, voltandosi verso le donne, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. Allora cominceranno a dire ai monti. Cadete su di noi! e ai colli copriteci! Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?».

 

Meditazione

Non si ode più il grido della folla, che poco prima ha chiesto la crocifissione di Gesù. Si ode ora la voce del pianto: donne che piangono sulla sorte di Gesù. Compassione serena, disapprovazione della condanna dell'Innocente, protesta coraggiosa.

Gesù non disdegna la compassione delle figlie di Gerusalemme, ma va oltre: non per lui devono piangere ‑ egli va incontro al Padre nell'amore ma per il rifiuto della Città amata, ad accogliere lui come Messia e Salvatore. Così la «via della pace» (Lc 19, 42) è sbarrata.

«Non piangete su di me» (Lc 23, 28): nell'estrema afflizione, Gesù non pensa a se stesso. «Piangete su voi stesse e sui vostri figli» (Lc 23, 28): invito estremo alla conversione, documento del suo amore: «Nella mia pena ‑ egli sembra dire riconoscete la mia sete della vostra salvezza».

 

Orazione

Gesù, tu hai pianto su Gerusalemme su cui grava oscura minaccia; le figlie di Gerusalemme piangono su di te, su cui incombe atroce morte.

Donaci, Signore, di comprendere il mistero del tuo pianto: rammarico per il rifiuto del tuo amore, appello al pentimento che lava la colpa, rugiada battesimale che feconda la terra per l'ora della risurrezione dei morti.

Donaci, Gesù, la capacità di scorgere il pianto segreto dell'uomo, di udirne la supplica tacita, di infondere nei fratelli e nelle sorelle la speranza, perché di nuovo sulla nostra terra siano beati i grembi che generano, beate le mammelle che allattano.

A te, Gesù, nato dalla Vergine Figlia di Sion, il nostro grazie commosso e umile. Amen.

 

 

NONA STAZIONE

Gesù cade per la terza volta

 

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo

perché con la tua santa Croce hai redento il mondo

 

Dal libro delle Lamentazioni

3,27‑32

È bene per l'uomo portare il giogo fin dalla giovinezza. Sieda costui solitario e resti in silenzio, poiché egli glielo ha imposto; cacci nella polvere la bocca, forse c'è ancora speranza; porga a chi lo percuote la sua guancia, si sazi di umiliazioni. Poiché il Signore non ti getta mai... Ma, se affligge, avrà anche pietà secondo la sua grande misericordia.

 

Meditazione

Ancora una volta Gesù soccombe sotto la croce, schiacciato dal peso del peccato dell'uomo.

Ancora oggi crolla l'uomo schiacciato dai suoi idoli e miti: superbia e possesso.

La nuova caduta sembra aver distrutto in Gesù la forza di proseguire il cammino verso il Calvario. Ma lo Spirito, che lo aveva condotto al monte della prova, gli infonde nuovo vigore, perché egli, vero Isacco, salga il colle del sacrificio.E Gesù si rialza, per giungere alla vetta del Golgota nell'ora segnata dal $ Padre.

Rialzandosi infonde in noi il coraggio di affrontare, anche se aspra, la salita veqso la meta, dove la superbia si scioglie in umile confessione, l'egoismo in fraterno dono.

 

Orazione

Signore$ sei caduto di nuovo; di nuovo hai abbracciato la terra, irrigandola con il tuo À sangue, «dalla voce più eloquente di quello di Abele»

Besù, ora sei prostraño, presto sarai innalzato tra cielo e terra ‑ tra Dio e gli uomini ‑ Mediatore della nuova Alleanza.

Infondi in noi la fiducia che, camminando accanto a te, né cadute né tribolazjone né angoscia potranno farci deviare dal cammino che conduce alla Terra promessa; che, quando saremo prostrati dal peccato dal dubbio dal dolore, ti chinerai {u %di noi per dire ad ogîuno: «Alzati¥e cammina» (Mt 9,5).?/p>

A te, Gesù, sostegno della nostra debolezza, l'inno di lode, di benedizione e di gloria. Amen.

 

 

DECIMA STAZIONE

Gesù è spogliato delle vesti

 

Ti adoriamo, o Cristo, e ti b}neNiciamo

perché con la tua santa Croce hai redento il mondo

 

Dal Vangelo secondw Matteo

27,33‑36

Giunti a un luogo deÌlo Golgota, fhe significa luogo del cranio, Fli diedero da bere vino mescolato con fiele; ma egli, assaggiatolo, non ne volle bere. $opo averlo quindi crocifisso si spartirono le sue vesti tirandole a sorte. E seduôisi, gli facevano la gardia.

Meditazione<'p>

Gesù subÉsce una nuova umiliazione: lo spo§liano delee vesti, anche della «tunica senza òuciture» (Gv 19,23), che vengonj tirate a sorte tra i suoi carnefici. Ma øna vestn non gli'hanno sottratta: «il vestito più bello» (Lc 15,22), che egli tiene in serbk per ogni fratello che, pentito, ritorna alla casa del Padre.

Gli danno da bere vino mescolato con fiele, bevanda per hltutire le sofferenze dei condannati. Ma Gesù la rifiuta: vuole restare vigile. Non si sottrae alla sofferenza che il compimento della sua missione comporla.

'

Insegnamento tacito all'momo ad affrontare con decisine e coraggio le pene e i s}crifici, che la vita impone. Perché la fuga conduc· alla disfatta definitiva, mentre %?a pzienza e la perseveranza portano alla vittoria finalå.

  !

Orazione

Signore, sul Calvario i soldati ti spogliano delle tue «vesti tinte di rosso» (Is 63,1), ma tu già ti eri spogliato dello splendore della condizione divina, nascendo dal grembo di una Figlia di Adamo.

Svelaci* Gesù, il significato della tua spogliazione: sei nudo, perché noi siamo rivestiti della tua gloria; sei offeso nella tua dignità, perché noi ricuperiamo la nostri condizione di figli di Dio.

Grazie, Signore, perché nel battesimo hai reso candide le nostre vesti lavandole con il tuo sangue#

Le hai profumate con la fragranza dello Spirito; le hai consegnate alla Chiesa Sposa perché le serbi immacolate per il giorno Delle nozze eterne.

A te Gesù, vestiôo di luce come di un manto, onore, gloria, saBienza nei secoli dei secoli.

Amen.

 

UNDECIMA STAZIONE

 

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo

perché con la tua santa Croce hai redento il mondo

 

Dal Vangelo secondo Matteo

27, 38‑41

Insieme con Gesù furono crocifissi due ladroni, uno a destra e l'altro a sinistra. E quelli che passavano di là lo insultavano scuotendo il capo e dicendo: «Tu che distruggi il tempio di Dio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso! Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!». Anche i sommi sacerdoti con gli scribi e gli anziani lo schernivano.

 

Meditazione

Crocifisso tra due malfattori, insultato da quelli che passano, Gesù, Figlio di Dio, non scende dalla croce: sta per offrire il sacrificio gradito al Padre.

È l'ora del Sacrificio Vespertino, verso il quale convergono gli olocausti dell'Antica Legge, dal quale fluiscono i riti della Nuova Alleanza.

Mosso dall'amore, Gesù, sommo sacerdote, trasforma l'antica condanna in oblazione santa, dalla quale discendono sull'uomo perdono e grazia, salvezza e libertà.

Nella luce della fede ogni discepolo, sacerdote della propria vita, trasforma anche lui la sterile solitudine, l’umiliazione, l'offesa in offert¡ di amore e cotpleta nel suo corpo «quello che manca ai patimenti di Cristo» (Col 1,24).

 

Orazione

Gesù, ormai sei sulla croce, «per noi uomini e per la nostra salvezza»: sono inchiodati i piedi del Buon Pastore, sono aperte le braccia del Sommo Sacerdote.

Signore, aumenta in noi la fede, perché la sua luce rischiari l'ora buia della tribolazione.

Infiamma la carità, divina energia, perché faccia della nostra vita un servizio di amore.

Ravviva la speranza, rasserenante certezza che dalla tenebra della croce spunta l'aurora del giorno senza tramonto.

A te, Gesù, inchiodato sulla croce, il nostro sguardo per attingere da te grazia e salvezza. Amen.

 

 

DODICESIMA STAZIONE

Gesù muore sulla croce

 

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo

perché con la tua santa Croce hai redento il mondo

 

Dal Vangelo secondo Matteo

27, 45‑47. 50

Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». E Gesù, emesso un alto grido, spirò.

 

Meditazione

Nell'angoscia suprema Gesù si rivolge al Padre e gli grida il suo dolore di sentirsi abbandonato. I presenti non comprendono e credono che Gesù chiami Elia.

Anche oggi il grido dell'uomo di fede, che denuncia la presunzione dell'autosufficienza, la pretesa di «vivere senza Dio», non è compreso: è giudicato espressione di debolezza o di incapacità.

Dalla croce Gesù non rimprovera, non condanna, offre solo gli ultimi doni: preghiera e perdono per i suoi persecutori; al Buon Ladrone, la promessa del Paradiso; alla Chiesa, l'acqua, il sangue, lo Spirito; a tutti gli uomini, perché non restino soli, la Vergine Madre.

Dal Calvario, crocevia del mondo, ha inizio la via della pace e prende avvio il rinnovamento del mondo nella riconciliazione e nel perdono.

 

Orazione

Gesù, sei morto sulla croce consegnando nelle mani del Padre lo spirito, emettendo l'alto grido del misterioso abbandono.

Grazie, Gesù: hai fatto della tua morte un’oblazione santa e dal costato ferito hai effuso lo Spirito; hai sancito la nuova ed eterna Alleanza e consumato le nozze di sangue; dal patibolo sei salito alla gloria del Padre e hai riaperto le porte del paradiso.

Grazie, Gesù, nel legno della croce è rifiorito l'albero della vita.

Grazie, Gesù, «Tutto è compiuto» (Gv 19,30).

A te, Gesù crocifisso, sapienza e potenza di Dio, ogni onore e gloria nei secoli eterni. Amen.

 

 

TREDICESMA STAZIONE

Gesù è deposto dalla croce e consegnato alla madre

 

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo

perché con la tua santa Croce hai redento il mondo

 

Dal Vangelo secondo Matteo

27,54‑55

Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, sentito il terremoto e visto quel che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio». C'erano anche là molte donne che stavano a osservare da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo.

 

Meditazione

E dramma si è compiuto. Il corpo di Gesù viene calato dalla croce, straziato, mani e piedi trafitti dai chiodi, aperto il costato dal colpo di lancia.

Timore nelle guardie e un lampo di fede: «Davvero costui era Figlio di Dio!» (Mt 27,54).

Immensa pietà nelle donne, che osservano da lontano. Discepole fedeli nel servizio del Maestro, in esse l'amore è stato più forte della paura.

Accanto è la Madre: accoglie il Figlio morto nel grembo che gli diede la vita.

Tutto si è compiuto, perché, annullata l'antica condanna, cominci un mondo nuovo.

 

Orazione

Gesù, il tuo corpo, calato dalla croce, è stato deposto nel grembo della Madre come se fossi di nuovo bambino.

Solo ella sa perché la Vita da lei germogliata giaccia ora, spenta, tra le sue braccia.

Solo ella sa che la redenzione è compiuta, pronta l'eredità, riaperte le braccia del Padre.

Gesù, donaci di penetrare nel mistero della tua unione con la Vergine Madre e di essere con te e con lei una sola cosa nell'amore e nel dolore, nel compimento della volontà del Padre, nel servizio alla causa dell'uomo.

A te, Gesù, immerso nel sonno della morte, il nostro amore fedele e grato. Amen.

 

QUATTORDICESIMA STAZIONE

Gesù è deposto nel sepolcro

 

Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo

perché con la tua santa Croce hai redento il mondo

 

Dal Vangelo secondo Matteo

27,57‑60

Venuta la sera, giunse un uomo ricco di Arimatea, chiamato Giuseppe, il quale era diventato anche lui discepolo di Gesù. Egli andò da Pilato e gli chiese il corpo di Gesù. Allora Pilato ordinò che gli fosse consegnato. Giuseppe, preso il corpo di Gesù, lo avvolse in un candido lenzuolo e lo depose nella sua tomba nuova, che si era fatta scavare nella roccia; rotolata poi una gran pietra sulla porta del sepolcro, se ne andò.

 

Meditazione

Tra la moltitudine di sepolcri che popolano la terra dei vivi è anche quello di Gesù.

La Parola eterna del Padre è rimasta muta; inerti le mani creatrici, immobili i piedi del Messaggero di pace.

È l'ora del sonno, del riposo e dell'attesa.

Avvolta in candido lenzuolo, la Vita riposa nel sepolcro e una grande pietra, severa sentinella, impedisce che qualcuno turbi il silenzio.

Ma l'intera creazione veglia e attende che spunti l'alba del terzo giorno, e la stella del mattino annunci con il suo fulgore che la Vita è risorta a nuova e immortale vita.

In Gesù all'uomo viene tolta la paura del nulla e donata la speranza della pienezza dell'essere.

 

Orazione

Vergine, presso la croce sei madre di tutte le genti; solitudine intensa presso il sepolcro.

In te si raccoglie la speranza di Israele, l'oscura attesa delle Nazioni, la fede della Chiesa nascente.

Tuo Figlio è disceso negli inferi per liberare dai lacci della morte gli antenati in attesa: Adamo, Abramo, Davide, di cui è figlio e germoglio santo.

Tu, Madre, sai e comprendi.

Nell'aria tiepida della primavera vibra la terra per il Seme di Vita in essa deposto. È giunta l'ora del nuovo parto: sta per nascere a vita immortale l'Agnello immolato, Pasqua eterna per tutte le genti.

Tu, Madre, credi e attendé. Vergine delh'attesa, implora per noi fede nel Cristo sepolto e risorto, immagine definitiva dell'uomo nuovo.

Amen.

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