I DONI DELLO SPIRITO

Vieni, o Spirito santo,

che in alcuni compi miracoli,

in altri annunci la verità,

in altri custodisci la verginità,

in altri ancora custodisci

la pudicizia coniugale.

Vieni, o Spirito santo,

che operi questo in alcuni santi,

in altri quello:                 

a ciascuno concedi

di realizzare l'opera propria,

a tutti parimenti di vivere.

(Sant'Agostino)

 

Dal Libro del Levitico (cap. 19-20)

Il Signore disse ancora a Mosè: «Parla a tutta la comunità degli Israeliti e ordina loro: Siate santi, perché io, il Signore, Dio vostro, sono santo. Ognuno rispetti sua madre e suo padre e osservi i miei sabati. Io sono il Signore, vostro Dio. Non rivolgetevi agli idoli, e non fatevi divinità di metallo fuso. Io sono il Signore, vostro Dio. Quando offrirete al Signore una vittima in sacrificio di comunione, offritela in modo da essergli graditi. La si mangerà il giorno stesso che l’avrete immolata o il giorno dopo; ciò che avanzerà fino al terzo giorno, lo brucerete nel fuoco. Se invece si mangiasse il terzo giorno, sarebbe cosa abominevole; il sacrificio non sarebbe gradito. Chiunque ne mangiasse, porterebbe la pena della sua iniquità, perché profanerebbe ciò che è sacro al Signore; quel tale sarebbe eliminato dal suo popolo. Quando mieterete la messe della vostra terra, non mieterete fino ai margini del campo, né raccoglierete ciò che resta da spigolare della messe; quanto alla tua vigna, non coglierai i racimoli e non raccoglierai gli acini caduti; li lascerai per il povero e per il forestiero. Io sono il Signore, vostro Dio. Non ruberete né userete inganno o menzogna gli uni a danno degli altri. Non giurerete il falso servendovi del mio nome; perché profaneresti il nome del tuo Dio. Io sono il Signore. Non opprimerai il tuo prossimo, né lo spoglierai di ciò che è suo; il salario del bracciante al tuo servizio non resti la notte presso di te fino al mattino dopo. Non disprezzerai il sordo, né metterai inciampo davanti al cieco, ma temerai il tuo Dio. Io sono il Signore. Non commetterete ingiustizia in giudizio; non tratterai con parzialità il povero, né userai preferenze verso il potente; ma giudicherai il tuo prossimo con giustizia. Non andrai in giro a spargere calunnie fra il tuo popolo né coopererai alla morte del tuo prossimo. Io sono il Signore. Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello; rimprovera apertamente il tuo prossimo, così non ti caricherai d’un peccato per lui. Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore. Se un uomo si rivolge ai negromanti e agli indovini per darsi alle superstizioni dietro a loro, io volgerò la faccia contro quella persona e la eliminerò dal suo popolo. Santificatevi dunque e siate santi, perché io sono il Signore, vostro Dio. Osservate le mie leggi e mettetele in pratica. Io sono il Signore che vi vuole fare santi.

 

La santità

Falsa è pure l’idea, abbastanza diffusa, che i santi non siano stati simili a noi. Anch’essi erano soggetti alle tentazioni, anch’essi cadevano e si rialzavano, anch’essi si sentivano oppressi dalla tristezza, indeboliti e paralizzati dallo scoraggiamento. tuttavia, memori delle parole del Salvatore: “Senza di me non potete far nulla”e di quelle di san Paolo: “Tutto posso in colui che mi dà forza” non confidavano in se stessi, ma, ponendo tutta la loro fiducia in Dio, dopo ogni caduta si umiliavano, si pentivano sinceramente, purificavano l’anima nel sacramento della penitenza e poi si mettevano all’opera con un fervore ancora maggiore. In questo modo le cadute servivano ad essi quali gradini verso una perfezione semprebmaggiore e diventavano sempre più leggeri. Allorché santa Scolastica chiese al fratello San Benedetto che cosa fosse necessario per raggiungere la santità, ottenne questa risposta: “Bisogna volere”. (San Massimiliano M. Kolbe, SK 1001)

 

SENZA TE

Soccorrimi, mio Signore, perché senza te,

salvatore mio dolcissimo,

io sto nelle tenebre e nel pianto;

senza te, agnello mansuetissimo,

io sto in angosce, in pene e in paura;

senza te, figlio di Dio altissimo,

sto in confusione e vergogna;

senza te, io sono “pogliato d'ogni bene e accecato,

perché tu sei Gesù, vera luce delle anime;

senza te, io sono perduto e dannato,

perché tu sei vita delle anime e vita delle vite;

perché tu sei fonte di ogni dÛno e d'ogni grazia;

senza te, io sono del tutto sconsolato,

perché tu sei, Gesù, redenzione, amore e desiderio,

pane di conforto e vino che rallegra i cpori degli angeli

e a cuori di tutti i santi.

Illuminami, o Buon Pastore

perché io sono, benché indegno, la tu+ pecorella.

(Giovanni della Verfa) <+p>

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