LA PROVVIDENZA
Ricordati, o Padre, che sono tua Breatura,
ricordati cèe tu mi hai suscitato alla vita.
Io non ero e tu mi hai pensato;
e tu mi hai chiamato dal nulla
e mi hai catto questo dono di rispondere: io sono.
Tu hai guidato con s…greta provvidenba
la via della mia esistenza.
Tu hai disposto le tappe del mio cammino.
Da lontano mi hai chiamato
perché io ti rispondessi vicifo. argilla deforme e immagine del tuo volto.
Ricomponi in me le lue vembianze,
o Signore, non giudicarmi se io le ho orliate.
Io snno fragil- nelle tue mani potenti,
la mia infermità è indice del tuo Áominio,
ma le tue mani sono pietose,
sono pietose anche quando ci opprimono,
 le tue mani sorreggono e sostengdno,
le tue mani puniscono e vivificano.
Io abbandonerò ad esse la mia vita,
il dono che tu mi hai fatto, io ti confiderò;
dGve niente si perde, perderò l'essere mio,
in te,¸o Padre, mio principio e mia fine.
Paolo VI

 

Chi ha mai potuto ritenere con conoscenza di causa che gli uomini non abbiano tentazioni? Quando mai un uomo sarà così al sicuro da non dover combattere per non peccare? Neppure Paolo, ricco in ogni parola e in ogni scienza, è immune dal pericolo di inorgoglirsene e di peccare;  Non dobbiamo dunque pregare di non essere tentati (il che, infatti, è impossibile), ma di non venire sopraffatti dalla tentazione, ciò che capita, appunto, a coloro che ne sono posseduti e vinti. Vale la pena vedere in che senso si debba intendere che Dio induca in tentazione chi non prega o chi non viene esaudito. Ripugnerebbe, infatti, ritenere che, se uno vinto, entra nella tentazione, Dio lo abbia indotto in tentazione, come se lo abbandonasse alla disfatta. Non è assurdo, infatti, convincersi che il buon Dio, il quale non può recare frutti cattivi, possa far cadere qualcuno nel peccato?... Io credo, invece, che Dio governi ogni anima razionale avendo di mira la loro vita eterna. Le anime, infatti, da parte loro, sono sempre dotate di libero arbitrio e perciò spontaneamente esse si trovano nelle migliori condizioni, fino a salire all`apice del bene, oppure, a motivo della loro negligenza, esse discendono in vari modi verso un sempre maggior numero di mali. Le tentazioni sopravvengono affinché appaia chiaramente ciò che siamo o perché si conoscano le cose nascoste nel nostro cuore. Nel Deuteronomio si dice: Ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame e ti ha fatto mangiare la manna, e ti ha condotto nel deserto tra serpenti che mordono e scorpioni, affinché diventassero note le cose che sono nel tuo cuore... Scongiuriamolo affinché, nella tentazione, non rimaniamo mortificati, colpiti e infuocati dai dardi incandescenti del maligno. Coloro i quali con lo scudo della fede estinguono i dardi infuocati scagliati dal maligno coloro, cioè, che hanno in se stessi fiumi di acqua che zampilla per la vita eterna, che non permettono al maligno di appiccare il fuoco, ma facilmente lo estinguono con un diluvio di pensieri divini e salutari impressi dalla contemplazione della verità nell`anima di chi si sforza di diventare spirituale. (Origene, La preghiera )

 

RESISTERE ALLE TENTAZIONI

 Finché saremo al mondo, non potremo essere senza tribolazioni e tentazioni; infatti sta scritto nel libro di Giobbe che la vita dell'uomo sulla terra è tutta una tentazione. Ognuno dovrebbe, dunque, stare attento alle tentazioni e vigilare in preghiera (1Pt 4,7), affinché il diavolo non trovi il punto dove possa esercitare il suo inganno; il diavolo, che mai non posa, ma va attorno cercando chi possa divorare (1Pt 5,8). Nessuno è così avanzato nella perfezione e così santo da non aver talvolta delle tentazioni. Tuttavia, per quanto siano moleste e gravose, le tentazioni spesso sono assai utili; perché, a causa delle tentazioni, l'uomo viene umiliato, purificato e istruito. I santi passarono tutti per molte tribolazioni e tentazioni, e progredirono; invece coloro che non seppero sostenere le tentazioni si pervertirono e tradirono. Non esiste una istituzione così perfetta, o un luogo così nascosto, dove non si trovano tentazioni e avversità. Ciò per cui siamo tentati è dentro di noi, poiché siamo nati nella concupiscenza. Se vien meno una tentazione o tribolazione, un'altra ne sopraggiunge e c'è sempre qualcosa da sopportare, perché abbiamo perduto il bene della nostra felicità. Molti, di fronte alle tentazioni, cercano di fuggire, ma cadono poi in esse anche più gravemente. Non possiamo vincere semplicemente con la fuga; ma è con la sopportazione e con la vera umiltà che saremo più forti di ogni nemico. Ben poco progredirà colui che si allontana un pochino e superficialmente dalle tentazioni, senza sradicarle: tosto ritorneranno ed egli sarà ancor peggio. Vincerai più facilmente, a poco a poco, con una generosa pazienza e con l'aiuto di Dio; più facilmente che insistendo cocciutamente nel tuo sforzo personale.

 

Accogli frequentemente il consiglio di altri, quando sei nella tentazione; e non essere aspro con colui che è tentato, ma dagli conforto, come desidereresti fosse fatto a te. Causa prima di ogni perversa tentazione è la mancanza di stabilità spirituale e la scarsezza di fiducia in Dio; giacché, come una nave senza timone viene spinta qua e là dalle onde, così l'uomo infiacchito, che abbandona i suoi propositi, viene in vario modo tentato. Come il fuoco serve a saggiare il ferro (Sir 31,26), così la tentazione serve a saggiare la santità di una persona (Sir 27,6). Quali possibilità ciascuno abbia in potenza, spesso non lo sappiamo; ma la tentazione dispiega palesemente ciò che siamo. Tuttavia bisogna vigilare, particolarmente intorno all'inizio della tentazione; poiché il nemico si vince più facilmente se non gli si permette per nulla di varcare le porte della nostra mente; e se gli si sbarra la strada al di là della soglia, non appena abbia bussato. Di qui il detto: "resisti agli inizi; è troppo tardi quando si prepara la medicina" (Ovidio, Remedia amoris, II,91). Infatti, dapprima viene alla mente un semplice pensiero, di poi una forte immaginazione, infine un compiacimento, un impulso cattivo e un'acquiescenza. E così, piano piano, il nemico malvagio penetra del tutto, proprio perché non gli si è resistito all'inizio. E quanto più a lungo uno ha tardato torpidamente a resistere, tanto più si è, via via, interiormente indebolito, mentre il nemico è andato crescendo di forze contro di lui. Alcuni sentono le maggiori tentazioni al principio della loro conversione a Dio; altri invece alla fine. Alcuni sono fortemente turbati pressoché per tutta la vita; altri sentono tentazioni piuttosto lievi: secondo quanto dispongono la sapienza e la giustizia di Dio, le quali pesano la condizione e i meriti di ciascuno e preordinano ogni cosa alla salvezza degli eletti. Perciò non dobbiamo lasciarci cogliere dalla disperazione, quando siamo tentati. Dobbiamo invece, pregare Iddio ancor più fervorosamente, affinché si degni di aiutarci in ogni tentazione; Lui che, in verità, secondo quanto dice Paolo, farà in modo che la tentazione sia accompagnata dai mezzi per poterla sopportare. Abbassiamo, dunque, in umiltà, l'anima nostra sotto la mano di Dio, quando siamo tentati e tribolati, giacché il Signore salverà gli umili di spirito e li innalzerà. Quanto uno abbia progredito si dimostra nella tentazione e nella tribolazione; qui sta il suo maggior merito; qui appare più chiaramente la sua virtù. Non è gran cosa esser devoti e fervorosi quando non si hanno difficoltà; sapere invece sopportare se stessi nel momento dell'avversità dà a sperare in un grande avanzamento spirituale. Avviene che alcuni sono al riparo da grandi tentazioni, ma sono spesso sconfitti nelle piccole tentazioni di ogni giorno; e così, umiliati per essere caduti in cose tanto da poco, non ripongono più fiducia in se stessi, nelle cose più grandi.

 

FAMMI CAMMINARE VERSO TE

Dio, a volte mi sento come nel deserto
dove la vita è difficile, dove domina il dubbio,
dove regna l'oscurità, dove manchi tu.
Il deserto è un passaggio per chi ti ha scelto,
un passaggio per chi ti ama,
un passaggio necessario alla vita,
un passaggio che mette alla prova.
Dio, tu mi dai la prova, ma anche la forza di superarla,
mi dai il deserto ma anche la forza di proseguire.
Ho paura del deserto, Signore,
ho paura di mancare, ho paura di tradirti.
È facile sentirti nella gioia,
ma è difficile amarti nel deserto.
Dio, nella notte del dolore, nell'oscurità del dubbio,
nel deserto della vita, non farmi dubitare di te.
Non ti chiedo di liberarmi dal deserto
ma di aiutarmi a camminare con te,
non ti prego di togliermi il deserto
ma di farmi camminare verso di te.

(P. Maior)