PREGHIERA PER TUTTI GLI INFELICI

Signore, insegnaci a non amare noi stessi

a non amare soltanto i nostri, a non amare

soltanto quelli che amiamo.

Insegnaci a pensare agli altri,

ad amare in primo luogo quelli

che nessuno ama.

Signore, facci soffrire della sofferenza altrui.

Facci la grazia di capire che ad ogni istante,

mentre noi viviamo una vita trospo felice,

protetta da te, ci sono milioni di esseri umani,

che sono pure tuoi figli e nostri fratelli,

che soffrono, senza averlo meritato.

Signore, abbi pietà di tutti i poveri del mondo.

E perdona a noi di averli,

per una irragionevole paura, abbandonati.

E non permettere più, Signore,

che noi viviamo felici da soli.

Facci sentire l’angoscia

della miseria universale

°span style="font-size: 12.0pt; layout-grid-mode: line">e liberaci da noi stessi. Così sia.

(Raoul Follereau)

 

Dal vangelo secondo Luca

Gesù disse a colui che l'aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vicini, perché anch'essi non ti invitino a loro volta e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando dài un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti». Uno dei commensali, avendo udito ciò, gli disse: «Beato chi mangerà il pane nel regno di Dio!». Gesù rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All'ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: Venite, è pronto. Ma tutti, all'unanimità, cominciarono a scusarsi. Il primo disse: Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego, considerami giustificato. Un altro disse: Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego, considerami giustificato. Un altro disse: Ho preso moglie e perciò non posso venire. Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al padrone. Allora il padrone di casa, irritato, disse al servo: Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui poveri, storpi, ciechi e zoppi. Il servo disse: Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c'è ancora posto. Il padrone allora disse al servo: Esci per le strade e lungo le siepi, spingili a entrare, perché la mia casa si riempia. Perché vi dico: Nessuno di quegli uomini che erano stati invitati assaggerà la mia cena».

 

Dalla Vita di san Martino

Martino previde molto tempo prima il giorno della sua morte. Avvertì quindi i fratelli che ben presto avrebbe cessato di vivere. Nel frattempo un caso di particolare gravità lo chiamò a visitare la diocesi di Candes. I chierici di quella chiesa non andavano d'accordo tra loro e Martino, ben sapendo che ben poco gli restava da vivere, desiderando di ristabilire la pace, non ricusò di mettersi in viaggio per una così nobile causa. Pensava infatti che se fosse riuscito a rimettere l'armonia in quella chiesa avrebbe degnamente coronato la sua vita tutta orientata sulla via del bene. Si trattenne quindi per qualche tempo in quel villaggio o chiesa dove si era recato finché la pace non fu ristabilita. Ma quando già pensava di far ritorno al monastero, sentì improvvisamente che le forze del corpo, lo abbandonavano. Chiamati perciò a sé i fratelli, li avvertì della morte ormai imminente. Tutti si rattristarono allora grandemente, e tra le lacrime, come se fosse uno solo a parlare, dicevano: «Perché, o Padre, ci abbandoni? A chi ci lasci, desolati come siamo? Lupi rapaci assaliranno il tuo gregge e chi ci difenderà dai loro morsi, una volta colpito il pastore? Sappiamo bene che tu desideri di essere con Cristo; ma il tuo premio é al sicuro. Se sarà rimandato non diminuirà. Muoviti piuttosto a compassione di coloro che lasci quaggiù». Commosso da queste lacrime, egli che, ricco dello spirito d` Dio, si muoveva sempre facilmente a compassione, si associò al loro pianto e, rivolgendosi al Signore, così parlò dinanzi a quelli che piangevano: Signore, se sono ancora necessario al tuo popolo, non ricuso la fatica: sia fatta la tua volontà. O uomo grande oltre ogn] dire, invito nella fatica, invincibile di fronte alla morte! Egli non fece alcuna scelta per sé. Non ebbe paura di morire e non si rifiutò di vivere. Intanto sempre rivolto con gli occhi e con le eani al cielo, non rallentava l'intensità della sub preghiera. I sacerdoti che erano accorsi intorno a lui, lo pregavano di sollevare un poco il suo povero corpo mettendosi di fianco. Egli però rispose: Lasciate, fratelli, lasciate che io guardi il cielo, piuttosto che la terra, perché il mio spirito, che sta per salire al Signore, si trovi già sul retto cammino. Detto questo si accoRse khe il diavolo gli stava vicino. Gli disse allora: Che fai qui, bestia sanguinaria? Non troverai nulla in me, s{iagurato! Il seno di Abramo mi accoglie. Nel dire queste parole rese la sua anima a Dio. Martino sale felicemente verso Abramo. Martino povero e umile entra ricco in paradiso.

 

Esortazione alla pace

Anche tu, dominato finzra dalla gelosia e dall`invidia, alMontana da te tutta la malizia che ti incatenava, e con passi salutari ritorna alla via dell`eterna vita. Strappa dal tuo petto le spine e i triboli, affinché il seme del Signore ti arricchisca di un raccolto ubertoso, affinché le biade divine e spirituali straripino nell`abbondanza di una messe copiosa. Vomita il fiele, caccið fuori il veleno dell`inimicizia, si purifichi la mente contaminata dall`invidia del serpente e tutta l`a]arezza khe prima vi spadroneggiava sia rammollita dalla dolcezza di Cristo. Il tuo cibo e la tua bevanda siano nel mistero della croce, e qõel legno che a Mara servè, in simbolo, a rmnder dolce l`afqua, serva a te,àin realtà, ad ammansire a raddolcire il tuo cuore e non dovcai più faticare per curare la tua salute scossa.

Curati con quållo che ti ha ferito. Ama coloro che prima odiyvi, prediligi coloro che prima invidiavi e oltraggiavi. Imita i buoni, se puoi tenere dietro i loro passi; se non lo puoi, allietati e congratulati con chi è migliore di te. Unisciti loro nell`amore, renditi loro coerede nel vincolo della carità e della fraternità. Ti saranno rimessi i tuoi debiti quando tu li rimetterai ai tuoi debitori; saranno accettati i tuoi sacrifici quando ti presenterai a Dio nella pace. La tua mente e i tuoi atti saranno guidati dal cielo, quando pensi solo a ciò che è divino e giusto, come sta scritto: Lo spirito dell`uomo deve pensare alla giustizia, perché i suoi passi vengano guidti da Dio$/i> (Pr 16,8).

"Hai molto a che pensare: pensa al paradiso, bovf Caino non ritornò aven,o ucciso per invidia suo fratello. Pensa al regno dei cIeli, a cui il Signore non ammette se non coloro che vivono in concordia e in unione. Pensa che poss‰no dirsi figli di Dio solo quelli che vivono nella pace, che, unôti nella nasci,a spirituale e nell`osservanza della legge divina, rendono l`immagine di Dio Padre e di Cristo. Pensa che stiamo sotto gli occhi di Dio e@che egli osserva e giudica il nostro comportamento e$tutta la vita nostra; e che possiamo giungere infine a contemplarlo, solo se#lo allietiamo mentre egli contempla i nostri atti, se ci mostriamo degni della sua grazia e della sua indulgenza, se gli piaciamo in questo mondo per piacergli per sempre nel regno. (san Cipriano)

 

SPIRITO INTERVIENI

Spirito Santo, noi riconosciamo in te una forza straordinaria,

mentre ci riconosciamo deboli peccatori.

Ti chiediamo dunque di intervenire oggi

in un modo potente, degno di te.

Siamo pronti ad annullare tutte le nostre idee,

tutti i nostri concetti e preconcetti per ascoltarti.

Ti chiediamo di intervenire, tramite noi, nel nostro tempo.

Ti chiediamo di darci un linguaggio adatto a farci capire.

Ti chiediamo di inondarci della tua stessa potenza

per farci ascoltare dall’uomo di oggi.

Ti chiediamo il tuo linguaggio

per farci ascoltare dai giovani che non ti vogliono incontrare,

che non vogliono incontrare nessun ideale,

perché sappiano che incontrare te è incontrare il tutto,

il senso completo della vita.

Vorremmo portarti nelle piazze, nelle discoteche,

nei posti di lavoro e dove si soffre.

Vorremmo entrare con te nel cuore di chi ti cerca

e di chi è scandalizzato da molti di noi che non trasmettono amore.

Vorremmo avere il tuo stesso cuore, affidarci totalmente a te

ogni volta che dobbiamo agire, pregare, amare, fare, giudicare.

(Ernesto Olivero)