Signore Gesù, tu mi hai insegnato che l'amore per te

non può essere mai separato dall'amore del prossimo.

D'ora in poi, o mio Signore, tutto quello che tu mi hai donato

non lo riterrò più mio.

La vita, la salute, ogni mia capacità,

i pensieri, le parole, le azioni, le cose,

tutto metterò a servizio degli altri.

Amerò specialmente i fratelli più poveri:

ad essi farò sentire tutto il mio amore.

Se per loro, mio Dio,

dovessi soffrire anche la fame, sarei felice.

Rinuncerò ad ogni cosa superflua,

mi ridurrò al puro necessario,

per essere totalmente disponibile ai piccoli,

ai poveri, ai malati.

Questo, Signore, solennemente ti prometto che lo farò.

Signore, io diffido di me stessa,

però confido pienamente in te e nell'aiuto della tua grazia.

Se tu vuoi qualcosa da me, Signore,

bisogna che faccia tutto tu.

Altrimenti, mio Dio, rovinerò

anche le tue opere più belle.

Ti prego, mio Signore e mio Dio,

trionfa in me con la tua potenza.

Fà vedere, o Dio del mio cuore,

che lo strumento più insignificante nelle tue mani onnipotenti

può fare le cose più grandi.

E mentre io penserò al bene degli altri,

al mio bene pensaci tu, Signore.

Stammi sempre vicino, Dio mio,

sradica dal mio cuore ogni egoismo,

aprilo alla donazione e all'amore.

Io mi abbandono tutta a te,

non sono più cosa mia, ma tutta tua,

o Signore della mia vita

Santa Bartolomea Capitanio (1807-1833)

 

Dalla Lettera di San Giacomo

Siate pazienti, fratelli, fino alla venuta del Signore. Guardate l`agricoltore: egli aspetta pazientemente il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le piogge d`autunno e le piogge di primavera. Siate pazienti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina. Non lamentatevi, fratelli, gli uni degli altri, per non essere giudicati; ecco, il giudice è alle porte. Prendete, o fratelli, a modello di sopportazione e di pazienza i profeti che parlano nel nome del Signore. Ecco, noi chiamiamo beati quelli che hanno sopportato con pazienza. Avete udito parlare della pazienza di Giobbe e conoscete la sorte finale che gli riserbò il Signore, perché  il Signore è ricco di misericordia e di compassione. Soprattutto, fratelli miei, non giurate, né per il cielo, né per la terra, né per qualsiasi altra cosa; ma il vostro «sì» sia sì, e il vostro «no» no, per non incorrere nella condanna. Chi tra voi è nel dolore, preghi; chi è nella gioia salmeggi. Chi è malato, chiami a sé i presbiteri della Chiesa e preghino su di lui, dopo averlo unto con olio, nel nome del Signore. E la preghiera fatta con fede salverà il malato: il Signore lo rialzerà e se ha commesso peccati, gli saranno perdonati. Confessate perciò i vostri peccati gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri per essere guariti. Molto vale la preghiera del giusto fatta con insistenza. Elia era un uomo della nostra stessa natura: pregò intensamente che non piovesse e non piovve sulla terra per tre anni e sei mesi. Poi pregò di nuovo e il cielo diede la pioggia e la terra produsse il suo frutto. Fratelli miei, se uno di voi si allontana dalla verità e un altro ve lo riconduce, costui sappia che chi riconduce un peccatore dalla sua via di errore, salverà la sua anima dalla morte e coprirà una moltitudine di peccati.

 

Dall’Imitazione di Cristo

In questa vita ogni nostra opera, per quanto buona, è commista a qualche imperfezione; ogni nostro ragionamento, per quanto profondo, presenta qualche oscurità. Perciò la constatazione della tua bassezza costituisce una strada che conduce a Dio più sicuramente che una dotta ricerca filosofica. Non già che sia una colpa lo studio, e meno ancora la semplice conoscenza delle cose - la quale è, in se stessa, un bene ed è voluta da Dio -; ma è sempre cosa migliore una buona conoscenza di sé e una vita virtuosa. Infatti molti vanno spesso fuori della buona strada e non danno frutto alcuno, o scarso frutto, di bene, proprio perché si preoccupano più della loro scienza che della santità della loro vita. Che se la gente mettesse tanta attenzione nell'estirpare i vizi e nel coltivare le virtù, quanta ne mette nel sollevare sottili questioni filosofiche non ci sarebbero tanti mali e tanti scandali tra la gente; e nei conventi non ci sarebbe tanta dissipazione. Per certo, quando sarà giunto il giorno del giudizio, non ci verrà chiesto che cosa abbiamo studiato, ma piuttosto che cosa abbiamo fatto.

Grande è, in verità, colui che ha grande amore; colui che si ritiene piccolo e non tiene in alcun conto anche gli onori più alti. Prudente è, in verità, colui che considera sterco ogni cosa terrena, al fine di guadagnarsi Cristo (Fil 3,8). Dotto, nel giusto senso della parola, è, in verità, colui che fa la volontà di Dio, buttando in un canto la propria volontà.

Non dobbiamo credere a tutto ciò che sentiamo dire; non dobbiamo affidarci a ogni nostro impulso. Al contrario, ogni cosa deve essere valutata alla stregua del volere di Dio, con attenzione e con grandezza d'animo. Purtroppo, degli altri spesso pensiamo e parliamo più facilmente male che bene: tale è la nostra miseria. Quelli che vogliono essere perfetti non credono scioccamente all'ultimo che parla, giacché conoscono la debolezza umana, portata alla malevolenza e troppo facile a blaterare. Grande saggezza, non essere precipitosi nell'agire e, d'altra parte, non restare ostinatamente alle nostre prime impressioni. Grande saggezza, perciò, non andare dietro a ogni discorso della gente e non spargere subito all'orecchio di altri quanto

abbiamo udito e creduto. Devi preferire di farti guidare da uno migliore di te, piuttosto che andare dietr­ alle tue fantasticherie; prima di agire, devi consigliarti con persona saggia e di retta coscienza. Giacché è la vita virtuosa che rendå l'uomo l'uomo saggio della saggezza di Dio, e buon giudice in molti problemi. Quanto più uno sarà inutilmente umile e sogget´o a Dio, tanto più sarà saggÁo, e pacato in ogni cosa.

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Stammi vicino, Dio mio:

tu sei colui che cerco, che amo, che adoro

con tutta la forza di cui sono capace.

Ti ho cercato, o Signore della vita,

e tu mi hai fatto il dono di trovarti:

Te io voglio amare, mio Dio.

Perde la vita, chi non ama Ìe:

chi non vive per Te, Signore,

è niente e vive per il nulla.

Accresci in me, ti prego, il desiderio di conoscerti e di amarti, Dio mio: dammi, Signore, ciò che ti domando.

Anche se tu mi dessi il mondo intero, ma non mi donassi te stesso,

non saprei cosa farmene, Signore.

Dammi te stesso, Dio mio!

Ecco, ti amo, Signore:

aiutami ad amarti di più.

Sant'Anselmo di Aosta