Ritornerò alla casa di mio Padre

come il prodigo,e vi sarò accolto;

come fece lui, anch`io farò:non vorrà egli forse esaudirmi?

Alla tua porta, Padre misericordioso, ecco io busso;

aprimi, fa` ch`io entri, fa’ che non mi perda, m`allontani e perisca!

Tu mi facesti erede, e io la mia eredità abbandonai dissipando i miei beni;

ormai considerami come un salariato e come un servo!

Come del pubblicano, abbi di me pietà perché io viva per la tua grazia!

Come alla peccatrice, rimetti i miei peccati, Figlio di Dio!

Come Pietro, me pure trai di mezzo ai flutti!

Come per il ladrone pietà ti prenda della mia malizia e di me ricordati!

Come la pecorella che s`è smarrita, cercami, Signore, e tu mi troverai;

sulle tue spalle portami, Signore, all`alloggio di tuo Padre! (Giacomo di Sarug)

 

Dal vangelo di Giovanni

Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».  Gli disse di nuovo: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle». Gli disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: «Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecorelle. In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi». Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: «Seguimi».

 

Dalla seconda lettera ai Corinzi di san Paolo apostolo

Dal momento che molti si vantano da un punto di vista umano, mi vanterò anch'io. Infatti voi, che pur siete saggi, sopportate facilmente gli stolti. In realtà sopportate chi vi riduce in servitù, chi vi divora, chi vi sfrutta, chi è arrogante, chi vi colpisce in faccia. Lo dico con vergogna; come siamo stati deboli!  Però in quello in cui qualcuno osa vantarsi, lo dico da stolto, oso vantarmi anch'io. Sono Ebrei? Anch'io! Sono Israeliti? Anch'io! Sono stirpe di Abramo? Anch'io! Sono ministri di Cristo? Sto per dire una pazzia, io lo sono più di loro: molto di più nelle fatiche, molto di più nelle prigionie, infinitamente di più nelle percosse, spesso in pericolo di morte. Cinque volte dai Giudei ho ricevuto i trentanove colpi; tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta sono stato lapidato, tre volte ho fatto naufragio, ho trascorso un giorno e una notte in balìa delle onde. Viaggi innumerevoli, pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nella città, pericoli nel deserto, pericoli sul mare, pericoli da parte di falsi fratelli; fatica e travaglio, veglie senza numero, fame e sete, frequenti digiuni, freddo e nudità. E oltre a tutto questo, il mio assillo quotidiano, la preoccupazione per tutte le Chiese. Chi è debole, che anch'io non lo sia? Chi riceve scandalo, che io non ne frema?

 Se è necessario vantarsi, mi vanterò di quanto si riferisce alla mia debolezza. Dio e Padre del Signore Gesù, lui che è benedetto nei secoli, sa che non mentisco.

 

La negazione e l`amore di Pietro

Il beato Pietro, il primo degli apostoli, che tanto amò quanto negò il Signore Gesú Cristo, come dice il Vangelo, seguì il Signore che andava alla morte; ma in quel tempo non lo poteva seguire per andar lui alla morte. Promise che sarebbe morto per lui e non poté morire con lui: aveva osato di piú di quanto gli promettevano le sue forze. Aveva promesso piú di quanto poteva fare, perché non era giusto che facesse ciò che aveva promesso. Morirò per te, aveva detto. Ma questo l`avrebbe fatto il Signore per il servo, non il servo per il Signore. E perché osò troppo, amò anche confusamente; perciò temé e negò. Ma poi, dopo la risurrezione, il Signore insegna l`amore a Pietro. L`amore disordinato cade sotto il peso della passione; ma a chi ama con ordine promette la passione. Il Signore Gesú Cristo annunzia ai discepoli l`imminenza della sua passione. Pietro, che lo ama ancora secondo la carne, temendo che muoia il debellatore della morte dice: Non sia mai, non sia mai, riguardati. Non direbbe riguàrdati, se non lo riconoscesse Dio. Dunque, Pietro, se lo riconosci Dio, come puoi temere che Dio muoia? Tu sei uomo, lui è Dio. E Dio s`è fatto uomo, prendendo in sé ciò che non era, ma senza perdere ciò che era. In lui, dunque, sarebbe morto quello stesso Signore che sarebbe risorto. Pietro ebbe paura della morte umana e non avrebbe voluto ch`essa toccasse il Signore: senza saperlo, avrebbe voluto chiudere il sacco dal quale doveva venir fuori il prezzo del nostro riscatto. Sentí allora dirsi: Allontànati, satana; non parli secondo Dio, ma secondo gli uomini. Eppure poco prima, per la dichiarazione: Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio vivo, gli aveva detto: Beato te, Simone figlio di Giovanni, perché non te l`ha rivelato né la carne né il sangue, ma il Padre mio che sta nei cieli. Prima beato, poi satana. Perché beato? Non per lui: Non te lo ha rivelato né la carne né il sangue, ma il Padre mio. Perché satana? Per l`uomo e nell`uomo: Non parli secondo Dio, ma secondo gli uomini. Questo Pietro, che amava il Signore e voleva morire per lui, lo seguí; e la cosa andò come aveva predetto il medico, non come aveva preteso il malato. Interrogato da una serva, nega una, due, tre volte. Guardato dal Signore, piange amaramente, asciuga le lagrime della pietà e le macchie della negazione. Risorge il Signore, appare ai discepoli; Pietro vede, vivo, colui per il quale aveva temuto la morte; vide non il Signore ucciso, ma la morte uccisa nel Signore. Rassicurato, dalla prova della stessa carne del Signore, che la morte non era poi tanto da temere, impara ad amare; ora bisogna che ami, bisogna che ami ora che ha visto il Signore vivo, sebbene fosse morto; bisogna che ami con sicurezza; con sicurezza, perché ora lo avrebbe seguito. Perciò il Signore dice: Pietro, mi ami? ed egli: Ti amo, Signore. E il Signore: Non voglio che tu muoia per me, perché mi ami; questo l`ho già fatto io per te. Che farai, allora, per me dal momento che mi ami? Pasci le mie pecore. E questo due o tre volte, perché l`amore confessi tre volte, come tre volte il timore aveva negato. Guardate, capite, imparate. La domanda è solo: Mi ami? La risposta è solo: Ti amo. Alla risposta tiene dietro: Pasci le mie pecore. Raccomandate le pecore a Pietro, preannunzia a Pietro la passione e dice: Quando eri giovane, ti cingevi e andavi dove volevi; ma, fatto vecchio, un altro ti cingerà e ti condurrà, dove non vuoi. Ma questo lo diceva per significare con quale morte avrebbe glorificato Dio. Capite che il non rifiutar la morte per il gregge del Signore fa parte dell`ufficio di pascere il gregge del Signore. Pasci le mie pecore: Affida le pecore a uno che è capace, o è poco capace? Prima, quali pecore affida? Non pecore comprate con danaro, oro, argento, ma col sangue. Se un padrone affidasse le sue pecore a un servo, certo si chiederebbe se il servo ha come garantire il valore delle sue pecore e direbbe: Se perderà, dissiperà o mangerà le mie pecore, ha come ripagare. Affiderebbe, dunque, a un servo capace le sue pecore e chiederebbe il ricambio del danaro per delle pecore, che egli ha comprato con danaro. Ma il Signore Gesú Cristo, che affida delle pecore ch`egli ha comprato col sangue, vuole vedere l`idoneità del servo nella passione del sangue, come se dicesse: Ti affido le mie pecore. Quali pecore? Quelle che ho comprato col sangue. Son morto per esse. Mi ami? Muori per loro. Un uomo, servo dell`uomo, restituirebbe danaro per le pecore sciupate: Pietro diede il sangue per le pecore conservate. (Agostino, Sermo Cass. I, 133, 1-4)

 

Elogio dell`apostolo Paolo

Abele offre un sacrificio e n`è lodato (cf. Gen 4,4); ma se guardiamo la vittima offerta da Paolo, vediamo subito che lo supera quanto il cielo la terra. Quale volete che vi nomini? non è, infatti, una sola la vittima offerta da Paolo. Si offriva infatti ogni giorno e in due modi diversi, sia morendo ogni giorno, sia portando attorno, senza respiro, la mortificazione nel suo corpo. Sia, infatti, che si preparasse ad affrontare i pericoli - operando cosí un martirio nella volontà - sia che mortificasse in se stesso la natura della carne, non compiva nulla di meno dell`offerta di una vittima a Dio, anzi qualche cosa di piú. Infatti, non offriva pecore, o buoi, ma se stesso, giorno dopo giorno, e, come abbiam detto, in due modi, perciò tranquillamente disse: Io già vengo immolato (2Tm 4,6), intendendo, certo, che il suo sangue fosse un`immolazione. Ma non si contentò di questi sacrifici soltanto. Poiché si era già pienamente consacrato a Dio in se stesso, cercò di offrirgli anche tutto il mondo, la Grecia e il mondo dei barbari; e, per quanto è grande, la terra, quasi a volo, la girò tutta e non con poca fatica, come se andasse a spasso, ma strappando le spine dei peccati e seminando dappertutto la parola della pietà, fugando gli errori, riportando la verità e facendo gli uomini angeli; piú precisamente, mutando gli uomini da demoni in angeli. Perciò, sul punto di andarsene dopo tanti sudori e trionfi, a consolazione dei discepoli diceva: Se vengo immolato, son contento e ne gioisco con voi, perciò, anche voi, siate contenti e gioitene con me (Fil 2,17). E che cosa c`è mai che si possa paragonare a questa vittima che Paolo offrí con la spada dello Spirito Santo e la depose su quell`altare che sta al di sopra dei cieli? Abele poi cadde per l`inganno del fratello (cf. Gen 4). Ma io ti posso mostrare in Paolo tante morti, quanti furono i giorni ch`egli visse predicando. Se poi vuoi proprio vedere la morte che mise fine a tutto, guarda che Abele fu ucciso da un fratello che egli non aveva in nessun modo offeso, ma al quale neanche aveva fatto dei benefici, Paolo invece fu ucciso da coloro, che egli voleva strappare da mali infiniti e per i quali aveva sostenuto tutte le fatiche e pene, che aveva sostenuto. (san Giovanni Crisostomo, De laudib. S. Pauli Ap., I )

 

MARIA, GUIDA I PASSI DELLA CHIESA

O Maria, al mattino della Pentecoste, Tu hai sostenuto con la preghiera

l'inizio dell'evangelizzazione, intrapresa dagli apostoli sotto l'azione dello Spirito

Con la tua costante protezione continua a guidare anche oggi i passi della Chiesa che, docile al mandato del suo Signore, si spinge con la «lieta notizia»

della salvezza verso i popoli e le nazioni di ogni angolo della terra.

Orienta le nostre scelte di vita, confortaci nell'ora della prova,

affinché, fedeli a Dio e all'uomo, affrontiamo con umile audacia

i sentieri misteriosi del mondo, per recare alla mente ed al cuore di ogni persona

l'annuncio gioioso di Cristo Redentore dell'uomo.

O Maria, Stella dell'Evangelizzazione, cammina con noi! Amen