VIENI A RINASCERE

O Gesù, sempre ricco di misericordia, perdonami!
Vieni a rinascere nell’anima mia e restaci per sempre;
sforzane la porta, se sarò duro, e regnaci per sempre.
Tu conosfi la volontà che vuole assolutamente possederti,
amarti e prestare sottomissione alle tue divine ¨eggi.
L’amore più ardente pouta tu nel mio freddo cuore.
Accendici tu quel fuoco che venisti a portare sullq terra,
affinché consumato da esso m’immoli sull’ara della tua carità,
quale olocausto d’amore, perché tu regni nel mio cuore
e nel cuore di tutti, e da tutti, e da per tutto
si levi un sol cantico di lode, di benedizione,
di ringraziamento a te per l’amore che in questo mistero
di divina tenerezza {i hai dimostrato.
(Epist. IV, 869)

 

Dalla lettera ai Gàlati di San Paolo apostolo

Noi che per nascita siamo Giudei e non pagani peccatori, sapendo tuttavia che l'uomo non è giustificato dalle opere della legge ma soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo, abbiamo creduto anche noi in Gesù Cristo per essere giustificati dalla fede øn Cristo e non dalle opere della legge;8poiché dalle opere della legge non verrà mai giustificato nessuno». Sono stato cro$ifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive ©n me. Questa vita nelya carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me. Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, diventa{do lui stesso maledizione per noi, come sta scritto: “Maledetto chi pende dal legno”,  perché in Cristo Gesù la benedizione di Abramo passasse alle genti e noi ricev^ssimo la promessa dello Spirito mediante la fede.„o:p> 

 

Dall’Epistolario di Padre Pio <*p>

"Finita la messa, mi trattenni con Gesù pel rendimento |i grazie. Oh quanto fu soave il colloquio tenuto col paradiso in questa mattina! Fu tale che pur volendomi provare a voler dir tutto "n lo potrei; vi furono Cose che non possono tradursi in un linguaggio umano, sejza perdere il lorA senso profondo e celeste. Il cuore di Gesù ed il mio, permettetemi l'espressione, si fusero. Non erano più due i cuori che battevano, ma uno solo. Il mio cuore era scomparso, come una goccia d'acqua che si smarrisce in un mare. Gesù n'era il paradiso, il re. La gioia in me era così intensa e profonda, che più non mi potei contenere; le lacrime più deliziose mi inondarono il volto"(Epistolario, I, p. 273). "Egli si è talmente invaghito del mio cuore, che mi fa ardere tutto del suo fuoco divino, del suo fuoco d'amore. Che cos'è questo fuoco che mi investe tutto? Padre mio, se Gesù ci rende così felici in terra, che sarà nel cielo?!  Mi vado alle volte domandando se vi siano delle anime che non si sentono bruciare il petto dal fuoco divino, specialmente allorché si trovino dinanzi a lui in sacramento...   Ho tanta confidenza in Gesù, che se anche vedessi l'inferno aperto dinanzi a me, mi trovassi sull'orlo dell'abisso, non diffiderei, non dispererei, confiderei in lui"

"Cosa dirvi a riguardo di ciò che mi dimandate del come sia avvenuta la mia crocifissione? Mio Dio, che confusione e che umiliazione io provo nel dover manifestare ciò che tu hai operato in questa tua meschina creatura! Era la mattina del 20 dello scorso mese in coro, dopo la celebrazione della santa messa, allorché venni sorpreso dal riposo, simile ad un dolce sonno. Tutti i sensi interni ed esterni, non che le stesse facoltà dell'anima si trovarono in una quiete indescrivibile. In tutto questo vi fu totale silenzio intorno a me e dentro di me; vu subentrò subito una gran pace ed abbandono alla completa privazione del tutto e una posa nella stessa rovina. Tutto questo avvenne in un baleno. E mentre tutto questo si andava operando, mi vidi dinanzi un misterioso personaggio, simile a quello visto la sera del 5 agosto, che differenziava in questo solamente che aveva le mani ed i piedi ed il costato che grondava sangue. La sua vista mi atterrisce; ciò che sentivo in quell'istante in me non saprei dirvelo. Mi sentivo morire e sarei morto se il Signore non fosse intervenuto a sostenere il cuore, il quale me lo sentivo sbalzare dal petto. La vista del personaggio si ritira ed io mi avvidi che mani, piedi e costato erano traforati e grondavano sangue. Immaginate lo strazio che esperimentai allora e che vado esperimentando continuamente quasi tutti i giorni. La ferita del cuore gitta assiduamente del sangue, specie dal giovedì a sera sino al sabato. Padre mio, io muoio di dolore per lo strazio e per la confusione susseguente che io provo nell'intimo dell'anima. Temo di morire dissanguato, se#il Signore non ascolta i gemiti del mio povero cuore e col ritirare da me questa operazione!.. Lo strazio che sento nell'animo e nel corpo per l'operazioni avvenute e che perdurano sempre, quando avranno fine? Dio mio, padre mio, io non ne posso più. Mi sento morire di mille morti in ogni istante. Mi sento divorare da una forza misteriosa, intima e penetrante che mi tiene sempre in un dolce, ma dolorosissimo de iquio".

 

Dai Pensieri di Padre Pio

- Il Signore vi benedica e vi renda meno pesante il giogo della famiglia. Siate sempre buoni. Ricordate che il matrimonio porta doveri difficili che solo la divina grazia può rendere facili. Meritate sempre questa grazia ed il Signore vi conservi sino alla terza e alla quarta generazione.

- Sii in famiglia anima di profonda convinzione, sorridente nell’abnegazione e nell’immolazione costante di tutta te stessa.

- Gettate in Dio solo ogni vostra sollecitudine, poiché egli ha cura grandissima di voi e di quei tre angioletti di figliuoli dei quali la provvidenza ha voluto che ne foste adorna. Detti figliuoli vi saranno, per la loro condotta, di conforto e di consolazione nel corso della vita. Siate sempre sollecita per la loro educazione, non tanto scientifica quanto morale. Il tutto vi stia a cuore ed abbiatelo caro più della pupilla dell’occhio vostro. All’educazione della mente, mediante i buoni studi, procurate che vada sempre accoppiata l’educazione del cuore e della nostra santa religione; quella senza di questa, mia buona signora, dà una ferita mortale al cuore umano.

 

Il PADRE NOSTRO DETTO DA DIO

Figlio mio, che sei in terra
preoccupato, solitario e tentato;
conosco bene il tuo nome
e lo pronuncio santificandolo,
perché ti amo.Non sarai mai solo; io abito in te e
assieme spargeremo il regno della vita
che ti darò in eredità.
Ho piacere che tu faccia la mia volontà,
infatti, io voglio la tua felicità.
Avrai il pane di ogni giorno,
non ti preoccupare; però ti chiedo
di spartirlo con i tuoi fratelli.
Sappi che ti perdono tutti i peccati
anche prima che tu li commetta,
ma ti chiedo che anche tu perdoni
a quelli che ti offendono.
E per non soccombere alla tentazione
afferra con tutta la tua forza la mia mano
e ti libererò dal male,
mio povero e caro figlio.

(Domenico Manaresi)