COME SEI BUONO
Mio Dio, come sei buono,
tu che ci permetti di chiamarti " Padre nostro "!
Chi sono io perché il mio creatore,
il mio Re, il mio sommo Signore,
mi permetta gi chiamarlo " Padre mio "'?
tutti gli istanti della mia vita
Quale riconoscenza, quale gioia, quale amore,
ma soprdttutto$ quale fiducia tutto questo deve ispirarmi!
Dal momento che@ sei mio padre,
o mio Dio, quanto devo sperare in te!
Non solo: dal momento che sei buono verso di me,
quanto devo essere buono con gli altri!
Dal momento che vuoi essere padre mio
e di tutti gli uomini, come devo avere per ogni uomo,
chiunque sia, per quanto malvagio sia,
i sentimenti di un tenero padre!
Padre nostro, Padre nostro,
insegnami ad avere questo nome
incessantemente sulle labbra con Gesù,
in lui e grazie a lui, poiché poterlo pronunciare
è la mia massima gioia.
Padre nostro, Padre nostro,
possa io vivere e morire dicendo Padre nostro.
E possa con la mia riconoscenza,
qspan style="font-size: 12.0pt; font-family: Times New Roman">col mio amore, con la mia obbedienza,
essere veramente il tuo figlio fedele,
un figlio che piaccia al tuo cuore.
(Charles De Foucauld )
Anche noi, circondati da un così gran nugolo di testimoni, deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede. Egli in cambio della gioia che gli era posta innanzi, si sottopose alla croce, disprezzando l`ignominia, e si è assiso alla destra del trono di Dio. Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi d`animo. Non avete ancora resistito fino al sangue nella vostra lotta contro il peccato e avete già dimenticato l`esortazione a voi rivolta come a figli: Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore e non ti perdere d`animo quando sei ripreso da lui; perché il Signore corregge colui che egli ama e sferza chiunque riconosce come figlio.
Chi fugge Dio cade nelle tenebre
Dio, che conosce tutto in anticipo, ha preparato per tutti una dimora conveniente: per quelli che cercano la luce della incorruttibilità e verso di essa corrono, dona benigno proprio la luce che bramano; a coloro invece che la disprezzano e che la sfuggono, quasi accecando se stessi, ha preparato l`oscurità che si addice a chi si oppone alla luce. In questo modo egli castiga chi non resta a lui soggetto. La soggezione a lui, invece, è un riposo eterno, mentre quelli che gli negano l`obbedienza, trovano un luogo degno della loro fuga. Tutti i beni sono presso Dio, perciò tutti coloro che fuggono da Dio si privano di tutti i beni, e cadranno sotto il giusto giudizio divino. Chi fugge la pace, è giusto che rimanga nel travaglio, e chi fugge la luce, è giusto che abiti nelle tenebre. Come avviene per questa luce corporea, che chi la fugge si consegna da se stesso alle tenebre, e perciò, se è privo di luce, se abita nelle tenebre la colpa è sua, e non della luce, così chi fugge la luce eterna di Dio che contiene in sé tutti i beni, se si trova nelle tenebre, privo di tutti i beni, la colpa è sua, perché da sé ha scelto una tale dimora. (Sant’Ireneo di Lione, Contro le eresie)
La parola di Dio, che noi tutti dobbiamo ascoltare non solo con attenzione, ma anche con intelligenza, alla quale dobbiamo obbedire con umiltà e gioia, che col suo equilibrio ottiene ovunque che né alle pecore manchi pascolo, né ai pastori alimento. E in questi comandamenti, come in cibi ricchissimi, è tanto esuberante l`abbondanza spirituale delle delizie celesti, che nella parola di Dio abbonda ciò che può mangiare l`uomo perfetto e abbonda anche ciò che può succhiare il bimbo. Giacché vi è insieme la bevanda lattea di cui si nutre la tenera infanzia dei fedeli, e il cibo solido, con cui si accresce spiritualmente di santa virtù la robusta giovinezza dei perfetti. Con essa si cura la salvezza di tutti coloro che il Signore si degna salvare; in essa è ciò che conviene a ogni età, che si addice a ogni professione; qui udiamo i precetti che dobbiamo compiere e conosciamo i premi che dobbiamo sperare; qui è il comando che, per mezzo della lettera, ci ammaestra e ci istruisce nella scienza, qui è la promessa che, per mezzo della grazia, ci attrae e ci conduce alla gloria. (San Fulgenzio di Ruspe)
Dall’Imitazione di Cristo
Stare sottomessi, vivere soggetti a un superiore e non disporre di sé è cosa grande e valida. E' molto più sicura la condizione di sudditanza, che quella di comando. Ci sono molti che stanno sottomessi per forza, più che per amore: da ciò traggono sofferenza, e facilmente se ne lamentano; essi non giungono a libertà di spirito, se la loro sottomissione non viene dal profondo del cuore e non ha radice in Dio. Corri pure di qua e di là; non troverai pace che nell'umile sottomissione sotto la guida di un superiore. Andar sognando luoghi diversi, e passare dall'uno all'altro, è stato per molti un inganno.
Certamente ciascuno preferisce agire a suo talento, ed è maggiormente portato verso chi gli dà ragione. Ma, se Dio è dentro di noi, dobbiamo pur talvolta lasciar perdere i nostri desideri, per amore della pace. C'è persona così sapiente che possa conoscere pienamente ogni cosa? Perciò non devi avere troppa fiducia nelle tue impressioni; devi ascoltare volentieri anche il parere degli altri. Anche se la tua idea era giusta, ma la abbandoni per amore di Dio seguendo quella di altri, da ciò trarrai molto profitto. Stare ad ascoltare ed accettare un consiglio - come spesso ho sentito dire - è cosa più sicura che dare consigli. Può anche accadere che l'idea di uno sia buona; ma è sempre segno di superbia e di pertinacia non volersi arrendere agli altri, quando la ragionevolezza o l'evidenza lo esigano.
LODI DELLE VIRTU'
O regina sapienza, il Signore ti salvi
con tua sorella, la pura e santa semplicità.
Signora santa povertà, il Signore ti salvi
con tua sorella, la santa umiltà.
Signora santa carità, il Signore ti salvi
con tua sorella, la santa obbedienza.
Santissime virtù tutte, il Signore vi salvi,
dal quale procedete e venite.
Quasi non c'è uomo al mondo
che possa avere per sé una sola di voi
se prima non muore.
Chi ne ha una e le altre non offende, le ha tutte,
e chi ne offende una non ne ha alcuna e le offende tutte;
e ciascuna confonde i vizi e i peccati.
La santa sapienza confonde satana e tutte le sue insidie.
La pura e santa semplicità confonde
ogni sapienza di questo mondo e la sapienza della carne.
La santa povertà confonde ogni cupidigia e avarizia
e le preoccupazioni di questo mondo.
La santa umiltà confonde la superbia
e tutti gli uomini di questo mondo
e tutte le cose di questo mondo.
La santa carità confonde tutte le diaboliche
e mondane tentazioni e tutti i timori umani.
La santa obbedienza confonde
tutte le volontà carnali e corporali
e tiene il suo corpo mortificato,
in obbedienza allo spirito e in obbedienza al proprio fratello,
e rende l'uomo soggetto a tutti gli uomini di questo mondo
e non soltanto agli uomini ma anche agli animali, alle fiere,
così che possono fare di lui quello che vogliono,
in quanto sarà loro permesso dal Signore.
(San Francesco d'Assisi)