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SIGNORE ASPETTAMI!
Signore, aspettami!
Non andare così in fretta...
Io non posso seguirti.
Tu vai troppo forte per me. 
Aspettami, lasciati raggiungere. 
Signore, però non devi fermarti,
né rallentare il tuo passo.
Signore, voglio percorrere
la strada verso la tua casa.
Signore, non preoccuparti
di venire verso di me.
Io mi affretto verso di te.
Potremo parlarci lungo la strada,
fare una sosta.
Signore, non sono degno
di accoglierti sotto il mio tetto! 
Però tu hai già aperto la porta
e varcato la soglia: Signore,
non ho nulla di pronto,
non ho preparato niente per riceverti! 
Ma già l'Amore senza limiti
è entrato nella mia stanza e mi dice:
«Mettiti a tavola, voglio cenare con te».

(un monaco della Chiesa d’Oriente)

 

Se da noi stessi ci giudicassimo, non saremmo giudicati

Vuoi giudicare! Ebbene, tu hai a disposizione un tribunale che offre molti vantaggi e non espone a condanna alcuna. Fa` sedere come giudice al tribunale della coscienza la tua ragione e qui presenta tutte le tue colpe. Esamina i peccati della tua anima ed esigi un esatto rendiconto, chiedendole: Perché hai osato fare questo o quest`altro? Ma se l`anima evita di considerare le proprie colpe e indaga, invece, e giudica quelle altrui, dille: Non ti giudico per i peccati altrui, né delle loro colpe tu devi giustificarti. Che ti importa se quel tale è malvagio? Ma tu, perché hai commesso questo e quel peccato? Difenditi, non accusare; bada a te stessa e non ai fatti altrui. A tale angustia tu devi sottomettere continuamente la tua anima. Ogni giorno convoca questo tribunale e fa` presente alla tua anima il fiume di fuoco, il verme velenoso e gli altri tormenti dell`inferno.Non permetterle di presentare come giustificazione il fatto che il diavolo le sta accanto, né di rispondere con impudenza che è lui che viene a cercarla, che le tende insidie e la tenta. Rispondile che, se essa non vuole, tutti gli artifici del demonio sono vani e inefficaci. E se la tua anima si scusa ancora, adducendo che è congiunta al corpo, che è rivestita di carne, che vive nel mondo e abita su questa terra, rispondile che tutti questi sono pretesti e sotterfugi. Falle presente che altri uomini come lei vestiti di carne hanno dimorato in questo mondo, sono vissuti sulla terra e tuttavia hanno brillato per la loro virtù. Anch`essa, quando compie qualche azione buona, agisce così, pur essendo rivestita di carne. Se essa di nuovo replica che il tizio l`ha fatta incollerire, rispondile che è in suo potere non adirarsi e che spesso ha saputo reprimere l`ira. Se dice ancora: la bellezza di quella donna mi ha colpito, ribatti che poteva tuttavia dominarsi. Portale l`esempio di coloro che furono vittoriosi. Procura che nessuno sia presente e ti disturbi quando esamini e giudichi così la tua anima. Ma come i giudici deliberano ritirandosi dietro a una cortina, così anche tu, invece di cortine, ricerca un luogo e un momento di quiete. Ed esigi un severo rendiconto anche delle piccole colpe, in modo da essere sicuro di non cadere nelle grandi. Se sei costante nel fare questo ogni giorno, allora comparirai con fiducia davanti all`altro tribunale che farà tremare tutti. In questo modo Paolo si è purificato, e perciò affermava: Se da noi stessi ci giudicassimo, non saremmo giudicati (1Cor 11,31). (San Giovanni Crisostomo, Commento al Vangelo di san Matteo)

 

Dall’Imitazione di Cristo

 Rivolgi gli occhi a te stesso e stai attento a non giudicare quel che fanno gli altri. In tale giudizio si lavora senza frutto; frequentemente ci si sbaglia e facilmente si cade in peccato. Invece, nel giudizio e nel vaglio di se stessi, si opera sempre fruttuosamente. Spesso giudichiamo secondo un nostro preconcetto; e così, per un nostro atteggiamento personale, perdiamo il criterio della verità. Se il nostro desiderio fosse diretto soltanto a Dio, non ci lasceremmo turbare così facilmente dalla resistenza opposta dal nostro senso umano. Di più, spesso, c'è qualcosa, già nascosto, latente in noi, o sopravveniente dall'esterno, che ci tira di qua o di là. Molti, in tutto ciò che fanno, cercano se stessi, senza neppure accorgersene. Sembrano essere in perfetta pace quando le cose vanno secondo i loro desideri e i loro gusti; se, invece, vanno diversamente, subito si agitano e si rattristano. Avviene di frequente che nascono divergenze tra amici e concittadini, persino tra persone pie e devote, per diversità nel modo di sentire e di pensare. Giacché è difficile liberarsi da vecchi posizioni abituali, e nessuno si lascia tirare facilmente fuori dal proprio modo di vedere. Così, se ti baserai sui tuoi ragionamenti e sulla tua esperienza, più che sulla forza propria di Gesù Cristo, raramente e stentatamente riuscirai ad essere un uomo illuminato; Dio vuole, infatti, che noi ci sottomettiamo perfettamente a lui, e che trascendiamo ogni nostro ragionamento grazie ad un fiammeggiante amore.  Se vuoi mantenere pace e concordia con gli altri, devi imparare a vincere decisamente te stesso in molte cose. Non è cosa facile stare in un monastero o in un gruppo, e viverci senza lamento alcuno, mantenendosi fedele sino alla morte. Beato colui che vi avrà vissuto santamente e vi avrà felicemente compiuta la vita. Se vuoi stare saldo al tuo dovere e avanzare nel bene, devi considerarti esule pellegrino su questa terra. Per condurre una vita di pietà, devi farti stolto per amore di Cristo. Poco contano l'abito e la tonsura; sono la trasformazione della vita e la completa mortificazione delle passioni, che fanno il monaco. Chi tende ad altro che non sia soltanto Dio e la salute dell'anima, non troverà che tribolazione e dolore. Ancora, non avrà pace duratura chi non si sforza di essere il più piccolo, sottoposto a tutti. Qui tu sei venuto per servire, non comandare. Ricordati che sei stato chiamato a sopportare e a faticare, non a passare il tempo in ozio e in chiacchiere. Qui si provano gli uomini, come si prova l'oro nel fuoco (cfr. Sir 27,6). Qui nessuno potrà durevolmente stare, se non si sarà fatto umile dal profondo del cuore, per amore di Dio.

 

RITESSI LA NOSTRA FEDE

Signore, riconoscerti significa amarti.
Tutto esiste grazie a te:
sii lodato per questa meraviglia!
Insegnaci la delicatezza e il rispetto
dei nostri fratelli.
Tu scruti il nostro cuore
e ne conosci i limiti e le barriere.
Non ignorare le nostre ferite segrete,
sorridi delle nostre fantasie.
Tu sei il Dio del perdono,
sei il Signore ricco di misericordia.
Insegnaci a camminare con umiltà
sulle vie della riconciliazione.
Un popolo avanza verso di te:
colma le sue lacune, ritessi le sue lacerazioni,
affinché ti possa servire in spirito e verità
con un amore che cerca di imitare il tuo.
Pierre Griolet