NUTRIMI DEI TUOI MISTERI

Nutrimi con l’erba fresca dei tuoi misteri

Signore Gesù Cristo, mio Dio, tesoro di tutti i beni.

Donami il pieno pentimento e un cuore in pena, 

affinché con tutta l’anima io esca a cercarti, 

perché senza di te io sarei privo d’ogni bene. 

O Dio buono, donami la tua grazia.       

Il Padre che nell’eternità fuori dal tempo

ti ha generato nel suo seno, 

rinnovi in me le forme della tua immagine. 

Ti ho abbandonato: vieni a cercarmi. 

Conducimi ai tuoi pascoli,  

annoverami fra le pecore del tuo gregge.                

Possiamo esser resi degni di un simile splendore, 

per la tua grazia e il tuo amore verso l’uomo, 

o Gesù Cristo, nostro salvatore, 

nei secoli dei secoli. Amen. 

(Isacco il Siro )

 

Dagli Atti degli Apostjli

Un angelo del Signore parlò intanto a Filippo: «Alzati, e vvz¸erso il mezzogiorno, sulla strada che discende 4a Gerusalemme a Gaz‡; essa è deserha». Egli si alzò e si mise in„cammino, quand’ecco un Utiope, un eunucn, funzi]nrio di Can½àce, regina di Etiopia, sovrintendente a tutti i suoi te–orid venuto per il culto a Gerusalemme, se ne ritornava, seduto sul suo Ý carro da viaggio, leggend§ il profetÙ Isaia. Disse allora lo Spirito a Filippo: «Và avanti, e raggiungi q=eL carro». Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il Prlfeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?». Quegli rispose: «E come lo potrei, se nessuno mi istruisce?». E invitò Filippo a salire e a sedere acca"to a lui. Il pasEo della Scrittura che stava leggendo era questo:Come una pecora fu condotto al macello e come un agnello senza voce innanzi a chi lo tosa,  così egli non apre la sua bocca. Nella sua umiliazione il giuizio gli è stato  negato,  ma la sua posterità chi potrà mai descriverla?  Poiché è stata recisa dalla terra la sua vita. E rivoltosi a Filippo l’eunuco disse: «Ti prego, di quale persona il profeta dice questo? Di se stesso o di qualcun altro?». Filippo, prendendova parlare e partendo da quel passo della Scrittura, gli annunziò la buona novella di Gesù. Proseguendo lungo la strada, giunsero a un luogo dove c’era acqua e l’eunuco disse: «Ecco qui c’è acqua; che cosa mi impedisce di essere battezzato?». Fece fermare il carro e discesero tutti e due nell’acqua, Filippo e l’eunuco, ed egli lo battezzò. Quando furono usciti dall’acqua, lo Spirito del Signore rapì Filippo e l’eunuco non lo vide più e proseguì pieno di gioia il suo cammino. Quanto a Filippo, si trovò ad Azoto e, proseguendo, predicava il vangelo a tutte le città, finché giunse a Cesarèa.

 

Dalla vita di Edith Stein

di A. Sicari

 

Edith, professoressa di filosofia all’Università, era diventata amica di famiglia di un giovane docente, che nel 1917 fu ucciso combattendo nelle Fiandre. La giovane vedova allora chiese ad Edith di aiutarla a classificare gli scritti filosofici del defunto. Costei provò un’estremo disagio al pensiero che doveva tornare in quella casa che aveva conosciuto piena di bellezza e di felicità, convinta che l’avrebbe trovata sprofondata nel lutto e nella disperazione. Trovò invece l’atmosfera di un’indicubile pace e vide l’amica con il volto segnato dal dolore, ma come trasfigurato. Udì da lei il racconto del Battesimo che i due coniugi avevano ricevuto pochi mesi prima, quando ambedue si erano decisi ad entrare nella chiesa per una sorta di un’impulso interiore a fare presto. Edith ascoltava quel racconto d’amore e osservava quella pace: «In quel momento stesso la mia incredulità cedette, il giudaismo impallidì ai miei occhi, mentre si levava nel mio cuore la luce di Cristo». Quattro anni dopo avendo trascorso un’intera notte nella lettura della vita di Santa Teresa d’Avila, dopo qualche giorno si recò ad assistere alla prima Messa della sua vita. «Al termine raggiunsi il prete in sacrestia e dopo un breve colloquio gli chiesi il Battesimo. Mi guardò con molto stupore e mi disse che una certa preparazione era necessaria per l’ammissione in seno alla Chiesa: “Da quando tempo segue l’insegnamento della fede cattolica?”, mi chiese, “e chi l’istruisce?”. Per tutta risposta riuscii a balbettare: «La prego, reverendo padre, mi interroghi». Dopo un’esame approfondito il prete riconobbe che non c’era nessuna verità della fede su cui ella non fosse istruita. Il Battesimo venne fissato per il Capodanno del 1922 e, in quell’occasione, ella aggiunse al proprio nome quello di Teresa.

 

LO SPIRITO CHE GUIDA

Chi sei, dolce luce che m'inondi

e rischiari la notte del mio cuore?

Tu mi guidi come la mano di una mamma.

Ma, se mi lasciassi,

non più di un passo solo avanzerei.

Tu sei lo spazio

che circonda il mio essere

e nel quale si nasconde.

Se mi abbandoni,

cado nell'abisso del nulla,

dal quale mi chiamasti all'essere.

Tu, a me vicino più di me stesso,

più intimo dell'intimo mio.

Eppure nessuno può toccarti

o comprenderti:

d’ ogni nome tu infrangi le catene.

Spirito Santo, eterno Amore.

(Edith Stein)