TU HAI DISTRUTTO LA PAURA DELLA MORTE

Tu, o Signore, hai distrutto per noi

la paura della morte;

tu hai reso per noi inizio della vera vita

la fine dell'esistenza quaggiù.

Tu ci hai aperto la strada della risurrezione,

spezzando le porte dell' inferno.

Tu hai dato a coloro che ti temono,

come vessillo, il segno della santa croce,

per distruggere l'avversario

e rendere sicura la nostra vita.

Dio eterno, metti accanto ai nostri cari

un angelo luminoso

che li conduca per mano

al luogo del refrigerio,

dove si trova l'acqua del riposo

presso il seno dei santi patriarchi.

Tu che hai spezzato

la spada fiammeggiante

e hai restituito al paradiso

l'uomo che era stato crocifisso insieme con te

e che si era affidato alla tua misericordia,

anche dei nostri amici ricordati nel tuo regno;

e vengano accolti nelle tue mani

come incenso di fronte a te.

(Santa Macrina)

 

Dal 2° Libro dei Maccabei

Giuda poi radunò l`esercito e gli uomini di Giuda andarono a raccogliere i cadaveri per deporli con i loro parenti nei sepolcri di famiglia. Ma trovarono sotto la tunica di ciascun morto oggetti sacri agli idoli di Iamnia, che la legge proibisce ai Giudei; fu perciò a tutti chiaro il motivo per cui costoro erano caduti. Perciò tutti, benedicendo l`operato di Dio, giusto giudice che rende palesi le cose occulte, ricorsero alla preghiera, supplicando che il peccato commesso fosse pienamente perdonato. Il nobile Giuda esortò tutti quelli del popolo a conservarsi senza peccati, avendo visto con i propri occhi quanto era avvenuto per il peccato dei caduti. Poi fatta una colletta, con tanto a testa, per circa duemila dramme d`argento, le inviò a Gerusalemme perché fosse offerto un sacrificio espiatorio, agendo così in modo molto buono e nobile, suggerito dal pensiero della risurrezione. Perché se non avesse avuto ferma fiducia che i caduti sarebbero risuscitati, sarebbe stato superfluo e vano pregare per i morti. Ma se egli considerava la magnifica ricompensa riservata a coloro che si addormentano nella morte con sentimenti di pietà, la sua considerazione era santa e devota. Perciò egli fece offrire il sacrificio espiatorio per i morti, perché fossero assolti dal peccato.

 

Dalla morte all’immortalità

Quando ci tocca morire, passiamo attraverso la morte all`immortalità; e la vita eterna non può succedere se prima non usciamo dalla vita di quaggiù. Non è dunque una dipartita questa, ma un passaggio, un trasferimento all`eternità, dopo aver percorso tutta la nostra strada nel tempo. Chi non si affretterà verso una condizione migliore? Chi non desidererà di presto mutarsi e trasformarsi a immagine di Cristo nello splendore della grazia celeste? Ce lo predica l`apostolo Paolo, dicendo: Ma la nostra patria è nei cieli, da dove aspettiamo il Signore Gesù Cristo, che trasformerà il nostro umile corpo conformandolo allo splendore del suo (Fil 3,20-21). Anche Cristo Signore ci promette ciò quando, pregando il Padre per noi, per ottenerci di stare con lui, di godere con lui sui troni eterni, nei regni dei cieli, dice: Padre, coloro che mi hai dato, voglio che, dove sono io, anch`essi siano con me, e vedano la gloria che mi hai dato prima che il mondo venisse creato (Gv 17,24). Chi sta per giungere al trono di Cristo, allo splendore dei regni eterni, non deve piangere e singhiozzare, ma godere per la promessa del Signore, per la sua fede nella realtà vera di questa sua dipartita, di questo suo trasferimento...

Può desiderare di restare a lungo nel mondo colui che si diletta del mondo, colui che si sente attratto dalle lusinghe e dagli inganni delle voluttà terrene. Ma poiché il mondo odia il cristiano, perché ami chi ti odia e non segui piuttosto Cristo che ti ha redento e ti ama? Giovanni nella sua lettera ci dice a gran voce e ci ammonisce a non seguire i desideri carnali e ad amare il mondo: Non amate il mondo, né le cose del mondo! Se qualcuno ama il mondo, l`amore del Padre non è in lui; poiché ogni realtà mondana è o concupiscenza della carne o concupiscenza degli occhi o ambizione terrena, che non viene dal Padre ma dalle brame di questo mondo. E il mondo passa con le sue brame. Ma chi fa la volontà di Dio resta in eterno, come anche Dio resta in eterno (1Gv 2415-17). Piuttosto, fratelli carissimi, siamo pronti a ogni volere di Dio con mente sincera, con fede forte e con virtù salda, e liberatici dal timore della morte, pensiamo all`immortalità che la segue! E, quando giungerà il giorno della nostra dipartita, andiamo senza indugio e con gioia inContro al Signore che ci chiama.

Dobbiamo considerare, fratelli carissimi, e riflettere continuamente che noi abbiamo rinunciato al mondo e viviamo quaggiù provvisoriamente come ospiti, come pellegrini. Accogliamo con gioia il giorno che a ciascuno assegna la sua dimora, che ci strappa da quaggiù, che ci toglie dai lacci del mondo, ci restituisce al paradiso e al regno. Chi non si affretta a tornare in patria quando è lontano? Chi non desidera di cuore il vento favorevole, quando sta navigando verso i suoi cari, per poterli presto abbracciare? Noi stimiamo nostra patria il paradiso, abbiamo già come parenti i patriarchi: perché non ci affrettiamo e non corriamo per vedere la:nostra patria, per poter salutare i nostri parenti? Ivi ci aspetta un grande numero di persone care, ci desidera una schiera enorme di genitori, di fratelli, di figli, già sicuri della loro incolumità e solleciti solamente ancora per la nostra salvezza. Giungere al loro cospetto, tra le loro braccia, che immensa gioia, per loro e per noi! Lassù, nei regni celesti, che letizia non temer la morte, che somma e perpetua felicità vivere in eterno! Lì il glorioso coro degli apostoli, lì il grande numero dei profeti esultanti, lì la schiera immensa dei martiri, incoronata per la gloria e la vittoria nella lotta e nelle sofferenze, le vergini trionfanti per aver soggiogato, con la forza della continenza, la concupiscenza della carne e del corpo, ivi i misericordiosi, ricompensati per aver compiuto opere buone dando cibo e danaro ai poveri, per aver osservato il precetto del Signore trasferendo il patrimonio terreno nel tesoro celeste. A costoro, fratelli dilettissimi, affrettiamoci con avido anelito, desiderando di esser presto con loro, bramando la sorte di poter giungere presto a Cristo. Dio veda questi nostri pensieri, Cristo osservi questo intendimento del nostro animo e della nostra fede, egli che darà maggiori premi del suo amore a coloro che avranno maggior desiderio di lui. 

(San Cipriano, La mortalità, 22-26)

 

TU SEI

Tu sei il mio Dio  vivo,

tu sei la mia forza,

tu il giusto giudice.

Tu sei il medico onnipotente.

Tu sei sacerdot} in eterno.

Tu @ sei guida alla patria.

Tu sei la mia luce vera.

Tu sei la mi dolcezza santa

Tu sei la mia piena perfezione.

Tu sei la˜mia salvezza eterna.

Tu sei la mia redenzione piena.

Tu sei la mia risurrezione santa.

Tu sei la mia vita perpetua.

tfont face="Times New Roman" size="3">Ti prego, ti supplico:

fa’ che giunga a te, riposi in te,

risorga con te.

(Abate Alcuino)