TU SEI IL DIO DELLA MIA VITA

Signore, tu mi hai chiamata ed io sono venuta.

Sei sempre stato capace di consolarmi e di aiutarmi.

Tu sei il solo vero amico

a cui sempre mi sono affidata,

tu che sempre mi hai amata

e che io ho sempre amato.

Tu mi aiuti nelle mie scelte.

Tu sei il Dio che mi fa vivere.

Tu sei Gesù Cristo,

colui che sa guidare gli uomini.

Tu mi hai accolto fin dal giorno della mia nascita,

io sono cresciuta e ti ho seguito,

anche se qualche volta mi sono perduta.

Oggi contemplo il cammino attraverso il quale

tu mi hai fatto scoprire la fede.

Tu mi hai aiutato a rimettermi in questione.

Tu mi fai vivere una vita piena di gioia.

Tu sei il Dio che mi aiuta a riflettere.

Signore, tu sei il Dio della mia vita.

(S. Caterina da Siena)

 

 Dalla Prima lettera di San Giovanni Apostolo (1,5 - 2,2)

Carissimi, questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che ora vi annunziamo: Dio è luce e in lui non ci sono tenebre. Se diciamo che siamo in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, mentiamo e non mettiamo in pratica la verità. Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato. Se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se riconosciamo i nostri peccati, egli che è fedele e giusto ci perdonerà i peccati e ci purificherà da ogni colpa. Se diciamo che non abbiamo peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi. Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo giusto. Egli è vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo. 

Dalla Vita di Santa Caterina da Siena

L’infanzia di Caterina è segnata da una visione di Cristo sorridente, dal cui cuore esce un raggio luminoso che la raggiunge e la ferisce. Così la bambina cresce diversa dagli altri numerosi fratelli e sorelle: cresce “consacrata” da un voto di amore esclusivo a Cristo che lei stessa ha fatto spontaneamente all’età di sette anni, promessa per lei irrevocabile. La vedono cercare il silenzio, l’austerità, e non ha ancora dieci anni. A 15 anni, per togliere ogni illusione alla madre che vorrebbe fidanzarla ad ogni costo, Caterina compie un gesto decisivo: esce dalla sua stanza dopo essersi tagliata i lunghi capelli. La madre, per punizione e per stornarla dal progetto che le sembra assurdo, licenzia la domestica e fa pesare su di lei gran parte dei lavori domestici: pensa che in questo modo alla ragazza non resterà tempo per indulgere a fantasie e pratiche monacali. A Caterina è tolta persino la sua stanzetta per impedirle di ritrovarsi in preghiera, ma ella, dicono le cronache “fabbricò nell’anima sua una cella interiore dalla quale imparò ad non uscire mai”. Più tardi scriverà in una lettera alla madre: “Voi amate più quella parte che io ho tratta da voi che quella ch’io ho tratta da Dio, cioè la carne vostra della quale mi vestiste...Ho desiderio di vedervi madre vera non solo del corpo, ma dell’anima mia”.

Dopo mesi di sofferenza e di attesa, Caterina rivela ai genitori il voto fatto da bambina dicendo poi: “Sappiate che che certe cose sono in me così ferme che sarebbe più facile intenerire un sasso che levarmele dal cuore. Io debbo obbedire più a Dio che agli uomini”. Fu il papà che prese finalmente le sue difese: “Nessuno dia più noia alla mia dolcissima figliola... Lasciate che serva come le piace il suo Sposo. Mai potremo acquistare una parentela simile a questa, né dobbiamo lamentarci se invece di un comune mortale riceviamo un Dio e un Uomo immortale”.


 Dal «Dialogo della Divina Provvidenza» di santa Caterina da Siena

O Deità eterna, o eterna Trinità, che, per l`unione con la divina natura, hai fatto tanto valere il sangue dell`Unigenito Figlio! Tu. Trinità eterna, sei come un mare profondo, in cui più cerco e più trovo; e quanto più trovo, più cresce la sete di cercarti. Tu sei insaziabile; e l`anima, saziandosi nel tuo abisso, non si sazia, perché permane nella fame di te, sempre più te brama, o Trinità eterna, desiderando di vederti con la luce della tua luce. Io ho gusto e veduto con la luce dell`intelletto nella tua luce il tuo abisso, o Trinità eterna, e la bellezza della tua creatura. Per questo, vedendo me in te, ho visto che sono tua immagine per quella intelligenza che mi viene donata della tua potenza, o Padre eterno, e della tua sapienza, che viene appropriata al tuo Unigenito Figlio. Lo Spirito Santo poi, che procede da te e dal tuo Figlio, mi ha dato la volontà con cui posso amarti. Tu infatti, Trinità eterna, sei creatore ed io creatura; ed ho conosciuto perché tu me ne hai data l`intelligenza, quando mi hai ricreata con il sangue del Figlio che tu sei innamorato della bellezza della tua creatura. O abisso, o Trinità eterna, o Deità, o mare profondo! E che più potevi dare a me che te medesimo? Tu sei un fuoco che arde sempre e non si consuma. Sei tu che consumi col tuo calore ogni amor proprio dell`anima. Tu sei fuoco che toglie ogni freddezza, e illumini le menti con la tua luce, con quella luce con cui mi hai fatto conoscere la tua verità. Specchiandomi in questa luce ti conosco come sommo bene, bene sopra ogni bene, bene felice, bene incomprensibile, bene inestimabile. Bellezza sopra ogni bellezza. Sapienza sopra ogni sapienza. Anzi, tu sei la stessa sapienza. Tu cibo degli angeli, che con fuoco d`amore ti sei dato agli uomini. Tu vestimento che ricopre ogni mia nudità. Tu cibo che pasci gli affamati con la tua dolcezza. Tu sei dolce senza alcuna amarezza. O Trinità eterna!

 

PER LA CHIESA

O Padre eterno,

i servi tuoi chiamano a te misericordia:

rispondi loro dunque.

lo so bene che la misericordia ti è propria,

e non la puoi togliere a chi te la domanda.

Essi bussano alla porta della Verità tua, l'Unigenito tuo Figlio.

Dunque apri, disserra e spezza i cuori induriti delle tue creature;

non per loro che non bussano, ma fallo per la tua infinita bontà

e per amore dei servi tuoi che bussano a te per loro.

E che cosa chiedono?

Il sangue di Cristo, porta e Verità tua;

perché nel sangue tu hai lavato le iniquità del peccato di Adamo.

Il sangue è nostro perché ce ne hai fatto bagno;

onde non puoi né vuoi disdire a chi te lo domanda.

Da' dunque il frutto del sangue alle tue creature,

poni nella bilancia il prezzo del sangue del tuo Figliolo,

affinché i demoni infernali non rubino le tue pecorelle.¢/font>

Oh! tu sei pastore buono,

che ci desti il Pastore vero, l’unigenito tuo Figliolo,

e del sangue ci fece bagno.

Questi è quel sangue che ti domandano come affamati i servi tuoi,

per quel sangue domandano che tu faccia misericordia al mondo

e rifiorisca la santa Chiesa tua di fiori odoriferi,

di buoni e di santi pastori.

(Santa Caterina da Siena)