Siamo qui,o Signore Gesù.

Siamo venuti come i colpevoli ritornano

al luogo del loro delitto.

 

Siamo venuti come colui che ti ha seguito,

ma ti ha anche tradito.

tante volte fedeli e tante volte infedeli.

 

Siamo venuti per riconoscere il misterioso rapporto

fra i nostri peccati e la tua passione:

l'opera nostra e l'opera Tua.

 

Siamo venuti per batterci il petto.

per domandarti perdono.

 

Siamo venuti perché sappiamo che Tu puoi, <,span>

che Tu puoi per`onarci,

perché Tu hai espiato per noi.

Tu @sei la nostra redenzione e la nostra speranza.

Paolo VI

 

DAL VANGELO DI GIOVANNI

Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Mentre cenavano, quando già il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo. Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto. Venne dunque, da Simon Pietro e questi gli disse: “Signore, tu lavi i piedi a me?”. Rispose Gesù: “Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo”. Gli disse Simon Pietro: "Non mi laverai mai i piedi". Gli rispose Gesù: "Se non ti laverò, non avrai parte con me ". Gli disse Simon Pietro: "Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!". Soggiunse Gesù: "Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo; e voi siete mondi, ma non tutti". Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: "Non tutti siete mondi". Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: "Sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi".

 

Da un’omelia di Mons. Tonino Bello

Una volta, nello scrivere una lettera alla mia Diocesi, decisi da darle proprio questo titolo, la Quaresima: dalla testa ai piedi. Dalla testa, per lo shampoo di cenere che ci viene fatto il Mercoledì santo. Ai piedi perché dopo la lavanda dei piedi finisce la Quaresima%e comincia il triduo pasquale. Dalla testa ai piedi: un cammino abbastanza lungo. Non si tratta dÑ percorrere il metro e mezzo o i due metri della nostra altezza, ma di andare dalla testa propria ai piedi degli altri. Un cammino lungo, molto lungo! Cenere e acqua, inoltre, sono gli ingredienti del bucato di una volta, simboli di penitenza e di servizio. Gesù ha compiuto proprio questo gesto. La sera deN Giovedì santo, si è alzato, è andato verso gli Apostoli e ha preso loro i piedi par lavarli. Anche i piedi di Pietro che non voleva. Poi Gesù è andato da Giovanni e da Giuda. Ha lavato anche i piedi di Giuda, quei piedi che non sono riusciti ad entrare nell'immaginario della gente. Eppure sono stati anch'essi lavati da Gesù, e sono stati lavati per noi, per la gente che sbaglia, per la gente che pecca, per la gente che torna...

San Giovanni dice che Gesù si alzò da tavola, depose le vesti, si cinse l'asciugatoio, lavò i piedi e riprese le vesti. Nel testo greco sono adoperati gli stessi verbi che pronuncia Gesù quando dice: Io lascio la mia vita per riprenderla di nuovo. Questa è una spia, ci fa capire che questo gesto non è un gesto emotivo, ma è proprio la descrizione in formula breve della Passione, e quindi dell'Eucaristia. Questo gesto spiega la logica dell'Eucaristia: Gesù dice che la nostra signoria, la nostra affermazione, sta nel servizio.

 

Si alzò da tavola Che cosa significa si alzò da tavola? Prima di tutto che l'Eucaristia, quindi la Messa, non sopporta la sedentarietà, non tollera la siesta, non permette l'assopimento della digestione. Tante volte, stando a Messa, ci sentiamo gratificati: che importa di tutto quello che succede nel mondo, dei problemi della giustizia! Bangladesh, Sri Lanka, dove si trovano? Che importa dello Sri Lanka! Amazzonia, Burundi: che importa di tutta questa roba? Si alzò da tavola: Non possiamo rimanere in chiesa; la Messa è una forza che spinge fuori! La Messa obbliga ad abbandonare la tavola, sollecita all'azione, spinge a lasciare le nostre cadenze residenziali. Ci stimola ad investire il fuoco che abbiamo ricevuto in gestualità dinamiche e missionarie. Questo è il guaio delle nostre Eucaristie: spesso ci si fiacca nel tepore del cenacolo. E' bello rimanere dove ti fanno indugiare le cadenze dei canti, l'atmosfera di solidarietà e il trasporto dell'amicizia.. Se non ci si alza da tavola, l'Eucaristia rimane un sacramento incompiuto.

 

Depose le vesti  Chi si alza da tavola, infatti, deve deporre le vesti, non può andar via con il bagaglio. Quali vesti? Le vesti del tornaconto, del calcolo, dell'interesse personale. Se smaniate per diventare ricchi, se smaniate per le carriere rampanti, per scavalcare gli altri nel fare strada, se smaniate per avere il doppio, il triplo stipendio, usciamo da questa Chiesa! Se in casa vostra permettete che vadano avanti la logica dell'accumulo, del lusso, dello spreco, della mentalità borghese, del prendersi una, due, tre o quattro macchine, usciamo dà questa chiesa!

...Deporre le vesti del dominio, dell'arroganza...

A volte siamo arroganti anche quando presentiamo Gesù Cristo! Quando, ad esempio, lo presentiamo con faccia arcigna, con rabbia, con fare riottoso, e, così, siamo intolleranti. Deporre le vesti dell'egemonia, della prevaricazione, dell'accaparramento....

...Deporre le vesti significa ricusare il potere! Non possiamo amoreggiare col potere, non possiamo coltivare intese sottobanco offendendo la giustizia! Magari col pretesto di aiutare la gente!...

…Avere potere significa salire sulle spalle degli altri per elevarsi. Deporre le vesti significa questo: rimanere nudi. La Chiesa deve perdere i segni del potere e conservare, invece, il potere dei segni: il potere di porre dei segni che siano scrupolo, spina nel fianco del mondo.

 

Si cinse l’asciugatoio: la Chiesa del grembiule

Parlo spesso della Chiesa del grembiule. Il grembiule è l'asciugatoio, l'unico dei paramenti sacri che viene ricordato nel Vangelo. Gesù non mise né la pianeta, né la casula, né il camice... si cinse l'asciugatoio. Ma quando si parla di questo non ci si scalda tanto, fa più immagine la Chiesa del lezionario, la Chiesa del rito. Immaginate un dibattito in televisione e un vescovo che vi partecipa con il grembiule!...

...solo se avremo servito potremo parlare e saremo creduti. L'unica porta che ci introduce oggi nella casa della credibilità è la porta del servizio.

Leggiamo ancora il Vangelo di Giovanni: Dopo che ebbe finito di lavare i piedi ai suoi discepoli riprese le vesti, sedette di nuovo e parlò. Dovremmo agire proprio come Gesù. Egli parlò soltanto dopo aver servito. Altrimenti la gente non crederà alle nostre parole. Se esse, infatti, non sono sorrette da una esemplarità forte, non producono nulla. Ecco perché vorrei accendere il vostro cuore ed il vostro impegno per il volontariato, per il servizio, nelle vostre comunità parrocchiali, a favore dei poveri. Oggi, in modo particolare, bisogna prestare servizio o favore dei terzomondiali. Sono anch'essi nostri fratelli, hanno diritti che devono essere osservati, mantenuti, difesi. Se il vostro servizio si spenderà per loro, credo che sarete entrati nella logica dell'Eucaristia.

   

Preghiera comune

Tutti insieme ripetiamo: Cristo Gesù, Figlio di Dio, pietà di noi.

- Per le guide della tua Chiesa, a volte poco esemplari.

- Per la società civile, responsabile di tante scelte di ingiustizia e immoralità.

- Per il mondo dove numerosi sono i focolai di oppressione e di guerra.

- Per le nostre comunità cristiane spesso insensibili alle sofferenze dei fratelli.

- Per le nostre parrocchie talvolta incapaci di organizzarsi per un effettivo servizio di carità.

- Per tutti i gruppi ecclesiali che non sempre mostrano la volontà di collaborazione e di dialogo.

- Per i sacerdoti e i religiosi che, presi da tante attività, non trovano spazio per la preghiera.

- Per i genitori preoccupati esclusivamente del bene materiale dei figli e non della loro crescita spirituale.

- Per tutti noi che nonostante prolungati incontri di preghiera e di adorazione non riusciamo a testimoniare il tuo amore