Un giorno mi capitò di incontrare un parroco anglicano, il quale mi suggerì di mettere da parte per un po’ l’Antico Testamento e di leggere Marco… Perché proprio Marco? – domandai. Perché è breve, - rispose lui. Beh, in quel periodo ero disponibile a qualunque tentativo, così decisi di seguire il consiglio del parroco e lo lessi, e semplicemente mi sconvolse. Mi viene in mente quel dipinto di Holman Hunt, in cui Cristo appare, bellissimo in una lunga veste, con una lanterna in mano, e bussa a una porta. Presumibilmente la porta dei nostri cuori. La luce è fioca e burrosa nell’oscurità opprimente. Cristo venne da me così, lumen Christi, con una luce fioca, triste, ma comunque una luce… Cristo venne sulla terra come liberatore. Comprese che in quanto umani eravamo eternamente schiacciati a terra dalla forza di gravità – la nostra normalità, la nostra mediocrità – e fu il suo esempio a dare alla nostra immaginazione la libertà di sollevarsi e volare. In sostanza, di essere simili a Cristo. Dall’introduzione di Nick Cave al “Vangelo secondo Marco”, Einaudi 2000.
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