Grazie, sono qua proprio per un atto d’amore. Chiedo scusa se comincio con questa parola, enorme ma grossa grossa, perché i comici sono zuppi d’amore, non si chiede a’ comici di essere anche saggi, perché quando s’è innamorati s’è mezzi scemi. Innamorati e saggi è concesso solo a Dio. E allora si sbaglia proprio per amore. Bisogna proteggerli i comici, perché sono come santi, sono un regalo del Cielo. Scusate questo spot per la categoria a cui sogno di appartenere. I comici sono una cosa bellissima, loro infrangono le regole, fanno quello che gli pare, sono viziati come dei bambini, ricchi d’amore, non gli importa nulla, si farebbero ammazzare per quello che amano. Contrabbandieri senza licenza, hanno il potere di far piangere e ridere: il potere più grosso del mondo. Bisogna baciarli, volergli bene perché è un fatto d’amore(...). Non li si può imprigionare. Non c’è verso di tenerli boni. L’importante è che è proprio un fatto d’amore. Perché quando si ama si sente. Mi farei ammazzare quando uno dice una cosa diversa dalla mia, perché io lo amo, lo amo. Vi ho dato tanti insegnamenti, dice Dio, ma ce n’è uno che li racchiude tutti ed è quello di sant’Agostino: ama e fai ciò che vuoi. Quando si ama si può fare quello che ci pare perché l’amore è la mano di Dio sulla spalla dell’uomo... E non si deve amare un po’ così e un po’ cosà, ma continuamente: l’amore che s’accende e si spenge, si fulmina. Bisogna amare con grandezza. L’amore che vivacchia, che tira a campare, more. L’amore è il Nettuno del sangue. E quando non si sa finir la frase, quello vuol dire che si ama. L’amore è l’unica limitazione della libertà che ci rende più liberi. E’ una cosa maravigliosa, proprio con la A. E allora io, proprio per dedicarvi questo, lo ripeto, vi vorrei dedicare i versi più hard in questa sede di Sanremo, insuperati, di una scandalosa bellezza dedicati alla donna per eccellenza che è la Madonna, Maria Vergine. Versi scritti nel 1300, insuperati (Dante Alighieri, XXXIII canto del Paradiso). Durano poco poco e fanno così:
Vergine madre, figlia del tuo figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d’eterno consiglio.
Tu sei colei che l’umana natura nobilitasti sì, che'l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura.
Nel ventre tuo si raccese l'amore per lo cui caldo ne l'eterna pace così è germinato questo fiore.
Qui se' a noi meridiana face di caritate, e giuso, intra i mortali, se' di speranza fontana vivace.
Donna, se' tanto grande e tanto vali, che qual vol grazia ed a te non ricorre, sua disianza vuol volar senz'ali.
La tua benignità non pur soccorre a chi domanda, ma molte fiate liberamente al dimandar precorre.
In te misericordia, in te pietate, in te magnificenza, in te s'aduna quantunque in creatura è di bontate.
È un omaggio alla donna... (ovazione) No, no, che mi viene... se vi potessi far vedere il mi’ cuore, il mi’ corpo è in tumulto... ve lo farei vedere che batte forte, ve lo tirerei in faccia questo affetto centuplicato per mille perché vi voglio un bene che travalica le montagne, dovunque vada... E per finire, perché l’amore per la persona amata è il più grande di tutti, persino più di quello di quando siamo nati, che se i nostri genitori ci hanno fatto scendere dal cielo alla terra, l’amore per la persona amata ci riporta dalla terra al cielo. Coltiviamo l’amore per la persona amata.