Articolo del 15 Ottobre 1917 sul quotidiano "O Seculo"

Cose sorprendenti: Come il sole ha danzato in pieno giorno a Fatima

Le apparizioni della Vergine. – In che cosa consiste il Segno del Cielo. 

Migliaia di persone gridano al miracolo. – La guerra e la pace.

 (dal nostro inviato speciale M. Avelino di Almeida)

Traduzione di Emanuele Corbellotti

 

  Ourém, 13 Ottobre.  

Ieri, verso le 16, scendendo dal treno, dopo un lungo viaggio, sulla stazione di Chao de Macas, dove arrivavano anche delle pie genti venute da lontano per assistere al “Miracolo”, ho domandato a bruciapelo ad un ragazzo dell’omnibus se avesse già visto la Madonna. Con un sorriso sardonico ed uno sguardo di sbieco, non ha esitato a rispondermi: “Per quel che mi riguarda, io non ho visto che pietre, carri, automobili, bestie e persone!”. Per un comprensibile equivoco, l’automobile che doveva condurci (con la signorina Judah Ruah) fino alla città non arriva, così ci decidiamo a percorrere coraggiosamente a piedi circa due miglia, dal momento che la carrozza non ha più posti e che tutte le carrette in attesa di viaggiatori sono da tempo prenotate. Strada facendo incontriamo i primi gruppi diretti verso il luogo santo, a più di 20 chilometri. Quasi tutti, uomini e donne, avanzano a piedi nudi – le donne portano le loro calzature in un sacco sopra la testa, gli uomini si appoggiano a grossi bastoni tenendo prudentemente a portata di mano il loro ombrello.

Sembrerebbero tutti stranieri, stando a ciò che accade attorno ad essi, infatti si disinteressano completamente del paesaggio come degli altri viaggiatori, persi in un sogno, recitando il loro rosario in una triste melopea. Una donna recita la prima parte dell’ “Ave Maria”; i suoi compagni, in coro, recitano la seconda parte della supplica. Con un passo sicuro e cadenzato, percorrono la strada polverosa che si snoda fra boschetti di abeti e di olivi. Vogliono arrivare prima che cali la notte al luogo dell’apparizione, dove sperano di poter dormire sotto un cielo sereno e sotto la fredda luce delle stelle, accanto al leccio benedetto, così che oggi possano vedere meglio.

All’ingresso della città, donne del popolo, che l’ambiente ha già reso atee, commentano, con toni sarcastici, il fatto del giorno: Allora, domani andrete a vedere la Santa? Io no. Se almeno venisse lei qui! E ridono di gusto, mentre i devoti proseguono il loro cammino, indifferenti a tutto ciò che non riguarda l’obiettivo del loro pellegrinaggio. È solamente grazie ad un’estrema gentilezza che  possiamo alloggiare ad Ourém. Per tutta la notte si riuniscono sulla piazza della città i più disparati veicoli, trasportando credenti e curiosi. Non mancano vecchie donne vestite di nero, ricurve già sotto il peso degli anni, ma con negli occhi sfavillanti la luce ardente della fede che le ha coraggiosamente indotte ad abbandonare per un giorno intero il piccolo focolare domestico.

Sin dall’alba nuovi gruppi sorgono, intrepidi; attraversano, senza fermarsi, il paese, di cui infrangono il silenzio con i loro canti, intonati da graziose voci femminili, in un violento contrasto con la rude tempra di quella gente…

Appare il sole, ma l’aspetto del cielo è presagio di tempesta. S’addensano nuvole nere, precisamente dalla parte di Fatima. Nulla, tuttavia, trattiene coloro che, attraverso tutte le strade e con ogni sorta di mezzi di locomozione, affluiscono lassù. Le lussuose automobili sfrecciano ad una velocità vertiginosa, facendo suonare i loro clacsons; i carri trainati da buoi si portano su un lato della strada; i landò, le carrozze signorili, i calessi chiusi, i carri nei quali sono stati improvvisati dei sedili, sono pieni fino quasi a sfasciarsi…

Quasi tutti, con il proprio sacco delle provviste più o meno ben guarnito per le bocche cristiane, portano con sé del cibo per quelli che il “Poverello” chiamava nostri fratelli, e così ognuno adempie coraggiosamente al proprio dovere…

Si odono dei sonagli, si vede un carro con dei buoi; eppure l’aria di festa è discreta, i modi contenuti, l’ordine assoluto… Gli asinelli trottano sul bordo della strada, e i ciclisti, molto numerosi, compiono delle vere e proprie evoluzioni per non schiantarsi contro i carri.

Verso le dieci il cielo si copre completamente e una bella pioggia non si fa attendere. L’acqua, sbattuta da un vento selvaggio graffia il viso, danneggiando la massicciata e penetrando fino alle ossa i viaggiatori sprovvisti di ombrelli o di altre protezioni. Nessuno perde la pazienza; ognuno continua il proprio cammino, e se alcuni si riparano sotto gli alberi, accanto ai muri di case coloniche o nelle case isolate che sporgono sulla strada, altri proseguono la loro marcia con una determinazione sorprendente; si possono osservare alcune donne, i cui abiti, incollati al corpo – in ragione della violenza e dell’insistenza della pioggia – ne disegnano le forme come se fossero appena uscite da un bagno.

La zona di Fatima dove si dice che la Vergine sia apparsa ai pastorelli del villaggio d’Aljustrel, è dominata in gran parte dalla strada di Leiria, lungo la quale hanno parcheggiato le automobili dei pellegrini e dei turisti. Qualcuno ha contato più di cento auto e più di cento biciclette, e sarebbe impossibile contare i diversi carri che ingombrano la strada. In mezzo ad essi, il carro di Torres Novas, nel quale fraternizzano persone di tutte le condizioni sociali.

La massa dei pellegrini, delle migliaia di persone giunte da numerose zone limitrofe, alla quale si sono aggiunti i fedeli di diverse regioni, si riunisce attorno al piccolo leccio che, a dire dei pastorelli, durante la visione funge da piedistallo. Lo si può considerare come il centro di un largo cerchio, sulle cui pendenze prendono posto gli spettatori e i devoti. A vederlo dalla strada, l’insieme è semplicemente fantastico. Dei lungimiranti contadini, accampati sotto i loro enormi ombrelli, accompagnano la vendita delle loro magre provviste con canti religiosi e decine del Rosario. Nessuno teme di sprofondare i piedi nella terra fangosa, pur di vedere da vicino l’albero al di sopra del quale fu costruito un grosso portico dove si bilanciano due lucerne…I gruppi si alternano nell’intonare le lodi alla Vergine ed ecco qui che una lepre, stordita, che si salva fuggendo in direzione di un bosco, riesce a distogliere l’attenzione di una mezza dozzina di piccoli pastori che la raggiungono e l’abbattono a colpi di bastoni…

E i nostri pastorelli?...Lucia, di dieci anni, la veggente, e i suoi piccoli amici, Francesco, di nove, e Giacinta, di sette, non sono ancora arrivati. La loro presenza è annunciata probabilmente per la mezz’ora che precede l’apparizione. Le fanciulle, coronate di fiori, vengono condotte verso il punto in cui sorge il portico. La pioggia continua senza sosta, ma nessuno dispera. Giungono sulla strada dei carri in ritardo. Gruppi di fedeli s’inginocchiano nel fango e Lucia li invita, ordina loro di chiudere gli ombrelli. L’ordine arriva e subito viene eseguito, senza che nessuno si lamenti. Ci sono persone, molte persone in estasi, si direbbe: sono commosse, le loro labbra disseccate non pregano più; alcune cadono in deliquio, con le mani in atto di preghiera e gli occhi inumiditi dalle lacrime; sembrano toccare il soprannaturale…

Il bambino afferma che la Signora gli ha parlato ancora una volta e il cielo, costantemente coperto, d’un tratto inizia a schiarirsi dall’alto; la pioggia s’arresta e lo si capisce quando il sole va ad inondare di luce il paesaggio, reso ancor più triste da quel mattino d’inverno…

L’ultima ora è quella che conta per questa gente, che calcoli spassionati di persone colte e del tutto estranee alle influenze mistiche, valutano attorno alle 30 o 40 mila unità.

L’evento miracoloso, il segno visibile annunciato è sul punto di manifestarsi – assicurano dei pellegrini…E si assiste allora ad uno spettacolo unico ed incredibile allo stesso tempo per chi non ne è stato testimone. Dall’alto della strada, dove si ammucchiano i carri e dove si trovano centinaia e centinaia di persone, comprese quelle cui è mancato il coraggio di gettarsi nella terra fangosa, si vede l’immensa folla voltarsi verso il sole sgombro di nuvole, in pieno giorno. Il sole ricorda un disco d’argento sbiadito ed è possibile guardarlo in faccia senza subire il minimo disagio. Non scotta, non acceca. Si direbbe un’eclisse. Ma ecco qui che si alza un grandissimo clamore e sentiamo gridare agli spettatori più vicini: “Miracolo, miracolo! Meraviglia, meraviglia!”

Agli occhi stupiti di questa gente, il cui atteggiamento ci riporta ai tempi biblici e che, piena di spavento, con la testa scoperta guarda l’azzurro del cielo, il sole ha come iniziato a vacillare, a fare movimenti bruschi, mai visti sino allora, e al di fuori di tutte le leggi cosmiche – il sole “ha danzato”, per usare l’espressione tipica dei contadini…Salito sul predellino del carro di Torres Novas, un vecchio, di cui la statura e la fisionomia, allo stesso tempo dolce ed energica, ricordano quelle di Paul Déroulède, recita gridando, girato verso il sole, il Credo, dall’inizio alla fine.

Gli domando il suo nome; lui è M. Jean-Marie Aimé de Melo Ramalho da Cunha Vasconcellos. Lo vedo poi che si rivolge a quelli che lo circondano e che hanno tenuto il loro cappello in testa, supplicandoli con veemenza di toglierselo davanti ad una così straordinaria dimostrazione dell’esistenza di Dio. Scene simili si ripetono in altri posti. Una signora gridando scoppia in lacrime, quasi soffoca: Quale pietà! Vi sono ancora uomini che non si scoprono davanti ad un miracolo così stupefacente! Subito le persone si domandano l’una con l’altra se hanno visto qualcosa e che cosa hanno visto. La maggior parte confessa di aver visto il tremore del sole, la sua danza: altre, invece, affermano di aver visto il volto sorridente della Vergine stessa; giurano che il sole abbia girato su se stesso, proprio come una ruota di fuochi d’artificio; che si è abbassato fino a bruciare la terra con i suoi raggi…Un'altra racconta che l’ha visto cambiare successivamente di colore…

Sono quasi le tre. Il cielo è limpido e il sole segue il suo corso con l’abituale fulgore che nessuno osa contemplare direttamente. E i pastorelli?... Lucia, colei che parla alla Vergine, annuncia, con modi teatrali, ad un uomo che la trasporta di gruppo in gruppo, che la guerra sta per finire e che i soldati sono sul punto di far ritorno… Una tale notizia, tuttavia, non rende più felici coloro che l’ascoltano. Il Segno celeste è tutto. Molta curiosità, nondimeno, per vedere le due bambine con le loro ghirlande di rose; vi è chi cerca di baciare le mani dei “piccoli santi”, e una delle due, Giacinta, è sul punto di venir meno piuttosto che di danzare;  ma ciò a cui tutti aspirano,  - il Segno del Cielo – è sufficiente a soddisfarli, a radicarli nella loro fede di Bretoni. Degli strilloni offrono cartoline con i ritratti dei fanciulli ed altre raffiguranti un soldato del “Corpo spedizioniere portoghese” che pensa all’aiuto della sua protettrice per la salvezza della Patria, - ed anche un’immagine della Vergine rappresentata così come appare nella visione…

Facevano buoni affari e certamente caddero più soldi nelle tasche di questi venditori e nella cassetta delle elemosine che nelle mani tese e aperte dei lebbrosi e dei ciechi che, passando accanto ai pellegrini, lanciavano le loro grida strazianti… La dispersione è rapida e senza incidenti, senza disordine, senza che si renda necessario l’intervento di pattuglie di polizia. I pellegrini che partono subito, correndo sulla strada, sono quelli che arrivarono per primi, con i loro cappelli sulla testa o appoggiati ai loro bastoni. Con l’animo festante, diffondono la buona notizia nei villaggi che non si sono del tutto spopolati per giungere sin qui. E i sacerdoti? Alcuni si erano visti sui luoghi, sistemati accanto agli spettatori curiosi piuttosto che ai pellegrini desiderosi di favori celesti. Gli uni o gli altri non riescono a nascondere la soddisfazione che appare di solito sul viso dei trionfatori… Resta alle autorità pronunciarsi sulla macabra danza del sole, che oggi, a Fatima, ha fatto esplodere gli Osanna dal petto dei fedeli ed ha naturalmente impressionato – testimoni degni di fiducia me l’assicurano – i liberi-pensatori ed altre persone che non si preoccupano di cose religiose e che erano giunti in questa terra ormai famosa.

Questo articolo, scritto sabato 13, pubblicato lunedì 15, fece grande scalpore. Fu una soddisfazione per i cattolici vedere che questo empio, obbligato a ritrattare ciò che aveva scritto il giorno prima, riconobbe i fatti. I massoni, suoi antichi amici, lo punirono per la sua lealtà – del resto così naturale – ingiuriandolo negli organi rimasti fedeli e in un violento libello che ora analizzeremo.

Note sulla manifestazione sacrilega di Santarem e sulle sue conseguenze

Gli avvenimenti formidabili del 13 Ottobre, immediatamente conosciuti in ogni nazione come dei fatti indiscutibili che avevano lasciato sulla strada di Damasco un nuovo Saulo nella persona di M. Avelino di Almeida, colpivano in pieno al cuore gli empi del Portogallo.

La massoneria, come stordita dal colpo, conservò un silenzio assoluto per dieci giorni: a Ourém, a Leiria, a Lisbona, a Santarem, nessuno si mosse. In quest’ultima città tuttavia, alcuni fanatici si ripresero e organizzarono il sacrilego attentato che abbiamo raccontato. Il capo della banda era proprio il sindaco di uno dei comuni che costituiscono la citta di Santarem, M. Antonio Fialho.

Egli si fece aiutare, per il saccheggio della Cova d’Iria, da Antonio Ganto e Francisco do Cemiterio. La burlesca manifestazione nelle vie della città fu organizzata dal “Gruppo locale della massoneria di Santarem”. Ci fu un centinaio di manifestanti. La reazione dell’opinione pubblica contro questa parodia sacrilega è sintomatica del cambiamento operato negli spiriti dal “Segno di Dio”. Il giornale O Seculo, sebbene legato alle Logge, si fece inviare un articolo dal suo corrispondente di Santarem, dove i fatti vengono relazionati sotto il titolo suggestivo: Un Crimine! (Numero del 25 Ottobre).

  Anche il Diario de Noticias, importante e “rosso” alla stessa maniera di O Seculo, pubblicò un articolo censurando i settari di Santarem (26 Ottobre).

Il 28 Ottobre A Ordem racconta lo stesso fatto sotto il titolo: Un nuovo crimine. Lo stesso giorno O Seculo accettava di pubblicare una protesta indirizzata all’opinione pubblica dal visconte di Montalo, a nome dei cattolici di Santarem. Lo stesso Montalo indirizzò una protesta direttamente al ministro dell’Interno, il Dott. Almeida Ribeiro. Vi diceva segnatamente: “Questo atto è contrario alla legge della Repubblica che vuole la separazione della Chiesa dallo Stato e non la persecuzione… Il mattino del 23, il prefetto di Santarem, il Dott. José Antonio dos Reis, veniva avvertito di ciò che stava accadendo ma lui non ha fatto niente per impedire l’attentato…”. Tuttavia, l’incasso della festa burlesca doveva essere versato nelle casse delle scuole di Santarem. La direzione delle scuole rifiutò questo denaro.Lunedì 29 Ottobre, un giornale satirico illustrato, Seculo Comico, pubblicò delle immagini e degli articoli ridicolizzando le apparizioni. I massoni non desistevano. Infatti, un manifesto dai contenuti molto violenti fu distribuito in tutto il Portogallo dall’Associazione del Registro Civile e quella dei Liberi-Pensatori. Vi si protesta contro la “speculazione” di Fatima.

Le leggi della Repubblica proteggono la libertà di coscienza e i Reazionari ce la vogliono togliere. Essi rialzano la testa. I clericali criticano il regime; tornano a formarsi le Congregazioni; dall’alto del pulpito e nelle lettere pastorali il Clero si scaglia contro i Liberi-Pensatori e contro La Repubblica…Per colmo, si è adesso ricorsi al miracolo per istupidire il popolo e immergerlo di nuovo nella superstizione medievale…Fatima, vergognosa commedia, parodia reazionaria, autosuggestione delle folle…Dei bambini che vedono una persona che nessun altro vede! In pieno XX secolo! Otto anni dopo l’assassinio di Ferrer!...(ndr: qui vi sono allusioni molto nette a M. Avelino de Almeida): ed egli trova anche chi è ancora disposto a pubblicizzare un tale ignobile inganno e che, così facendo, si assume la responsabilità di questo crimine!... Per rispetto alla loro formazione, alla loro intelligenza, a questo passato poco lontano in cui risplendevano come delle vere “lanterne”, essi non hanno il diritto di calarsi in un ruolo così ripugnante. Non cercheremo di sapere quanto denaro abbiano riscosso per questa storia… Cittadini! Tutto ciò è un tentativo deplorevole di farvi tornare indietro…etc.

Diffuso a profusione per mezzo di volantini e manifesti, un pamphlet del genere non fece che sollevare il disgusto di coloro che avevano visto! Intanto, il primo Dicembre, i Liberi-Pensatori tengono degli incontri a Ourém e alla Cova da Iria, protetti dal gruppo. Nonostante un’intensa campagna diffamatoria, falliscono completamente. La gente insulta anche i pochi manifestanti; per proteggerli, una scorta li prese e li tenne sollevati da terra. Quale debole e disastrosa replica alla grande adunata popolare del 13 Ottobre, senza convocazione, senza carabinieri e senza…il minimo disordine! La battaglia della Loggia e dei Poteri pubblici contro Fatima fu sempre più accanita, ma i risultati sempre più deboli…finchè, nel 1926, il Libero-Pensiero fu allontanato dal potere.