IL MIRACOLO EUCARISTICO DI LANCIANO
Il prodigio
Il miracolo eucaristico di Lanciano è il più antico di tutti quelli in cui le sacre Specie furono cambiate in carne e in sangue: risale, infatti, all'VIII secolo. Ma attraverso le analisi che furono fatte delle sue reliquie nel 1970-71 e nel 1973-74, questo prodigio è divenuto meravigliosamente attuale e non si è mai vista una semplice tradizione, che risale a 12 secoli, confermata dalla scienza con una tale chiarezza.
Lanciano, piccola città degli Abruzzi, è situata a circa 4 km dall'autostrada Pescara-Bari, lungo l'Adriatico, un po' a sud di Chieti. In una piccola chiesa, dedicata a San Legonziano (che s'è voluto identificare con San Longino, il soldato che trapassò il costato e il cuore di Cristo morto sulla croce) un monaco basiliano, che celebrava la messa in rito latino, dopo la consacrazione, cominciò a dubitare della presenza reale di Cristo sotto le sacre Specie. Fu allora che, sotto gli occhi di questo sacerdote, l'ostia si mutò in un pezzo di carne e il vino consacrato in sangue reale che si coagulò in cinque sassolini irregolari di forma e di grandezza differenti. Il miracolo fu raccontato su una antichissima pergamena che nella prima metà del secolo XV, fu rubata ai francescani da due monaci basiliani. Oggi, si possiedono sul miracolo dei testi che risalgono al secolo XVI e XVII, cioè almeno 800 anni dopo l'avvenimento. Ma una tradizione costante conserva il ricordo del prodigio, e furono conservate soprattutto le reliquie.
Il culto delle reliquie eucaristiche
I monaci che officiavano nella chiesa di San Legonziano, lasciarono Lanciano nel secolo XII. Il convento passò subito ai benedettini poi, nel 1253, ai francescani conventuali che, nel 1258 ricostruirono la chiesa e la dedicarono a San Francesco. Questi religiosi, a loro volta, dovettero lasciare il luogo nel 1809, quando Napoleone I soppresse gli ordini religiosi. Essi riebbero il loro antico convento solo nel giugno 1953.
Le reliquie, chiuse in un reliquiario d'avorio, furono custodite prima nella chiesa di San Legonziano, poi in quella di San Francesco. Al tempo delle incursioni dei turchi negli Abruzzi, un frate minore, chiamato Giovanni Antonio di Mastro Renzo, volle salvarle e, il 1 agosto 1566, partì portandole con sé. Ma dopo aver camminato tutta la notte, si trovò il mattino dopo, ancora alle porte di Lanciano. Capì allora che lui e i suoi compagni dovevano rimanervi per conservare le reliquie. Queste, una volta passato il pericolo, furono poste su un altare degno di esse, sul lato destro dell'unica navata della chiesa conventuale. Furono chiuse in un vaso di cristallo, deposto, questo, in un armadio di legno, chiuso con quattro chiavi. Nel 1920, le reliquie furono poste dietro il nuovo altare maggiore. Dal 1923, la "carne" è esposta nella raggiera di un ostensorio, mentre i sassolini di sangue disseccato, sono contenuti in un specie di calice di cristallo ai piedi di questo ostensorio.
Prima della ricognizione del 1970, parecchie altre ricognizioni delle reliquie avevano avuto luogo nel 1574, 1637, 1770, 1886. Durante la ricognizione del 1574, l'arcivescovo Rodriguez constatò che il peso totale dei cinque sassolini di sangue equivaleva al peso di ciascuno di essi. Questo fatto straordinario non fu verificato ulteriormente. Il peso attuale complessivo di sassolini è di g. 16,505, quello di ciascuno di essi è di g. 8; di g. 2,45; di g. 2,85; di g. 2,05 e di g. 1,15. Bisogna aggiungere mg. 5 di polvere di sangue. Diversi documenti attestano a partire dal secolo XVI, la venerazione resa alle "reliquie" e l'uso che si aveva di portarle in processione in momenti di necessità gravi e urgenti.
L'esame scientifico
In novembre 1970, per le istanze dell'arcivescovo di Lanciano, Monsignor Perantoni, e del ministro provinciale dei Conventuali di Abruzzo, e con l'autorizzazione di Roma, i Francescani di Lanciano decisero di sottoporre a un esame scientifico queste "reliquie" che risalivano a quasi 12 secoli. Certamente era una sfida: ma né la fede cattolica (che qui non era affatto in gioco), né una tradizione storica certa hanno nulla da temere dalla scienza, perché ciascuna rimane nel proprio campo. Il compito fu affidato al dott. Edoardo Linoli, capo del servizio all'ospedale d'Arezzo e professore di anatomia, di istologia, di chimica e di microscopia clinica, coadiuvato del prof. Ruggero Bertelli dell'Università di Siena. Il dott. Linoli effettuò dei prelevamenti sulle sacre reliquie, il 18 novembre 1970, poi eseguì le analisi in laboratorio. Il 4 marzo 1971, il professore presentò un resoconto dettagliato dei vari studi fatti. Ecco le conclusioni essenziali:
1. La "carne miracolosa" è veramente carne costituita dal tessuto muscolare striato del miocardio.
2. Il "sangue miracoloso" è vero sangue: l'analisi cromatografica lo dimostra con certezza assoluta e indiscutibile.
3. Lo studio immunologico manifesta che la carne e il sangue sono certamente di natura umana e la prova immunoematologica permette di affermare con tutta oggettività e certezza che ambedue appartengono allo stesso gruppo sanguigno AB. Questa identità del gruppo sanguigno può indicare l'appartenenza della carne e del sangue alla medesima persona, con la possibilità tuttavia dell'appartenenza a due individui differenti del medesimo gruppo sanguigno.
4. Le proteine contenute nel sangue sono normalmente ripartite, nella percentuale identica a quella dello schema siero-proteico del sangue fresco normale.
5. Nessuna sezione istologica ha rivelato traccia di infiltrazioni di sali o di sostanze conservatrici utilizzate nell'antichità allo scopo di mummificazione. Certo, la conservazione di proteine e dei minerali osservati nella carne e nel sangue di Lanciano non è né impossibile né eccezionale: le analisi ripetute hanno permesso di trovare proteine nelle mummie egiziane di 4 e di 5.000 anni. Ma è opportuno sottolineare che il caso di un corpo mummificato secondo i procedimenti conosciuti, è molto differente da quello di un frammento di miocardio, lasciato allo stato naturale per secoli, esposto agli agenti fisici atmosferici e biochimici.
Il prof. Linoli scarta anche l'ipotesi di un falso compiuto nei secoli passati: "Infatti, dice, supponendo che si sia prelevato il cuore di un cadavere, io affermo che solamente una mano esperta in dissezione anatomica avrebbe potuto ottenere un "taglio" uniforme di un viscere incavato (come si può ancora intravedere sulla "carne") e tangenziale alla superficie di questo viscere, come fa pensare il corso prevalentemente longitudinale dei fasci delle fibre muscolari, visibile, in parecchi punti nelle preparazioni istologiche. Inoltre, se il sangue fosse stato prelevato da un cadavere, si sarebbe rapidamente alterato, per deliquescenza o putrefazione.
Nuovo esame scientifico
La relazione del prof. Linoli fu pubblicata in Quaderni Sclavo in Diagnostica, 1971, fasc. 3 (Grafiche Meini, Siena) e suscitò un grande interesse nel mondo scientifico. Anche nel 1973, il Consiglio superiore dell'Organizzazione mondiale della Sanità, O.M.S./O.N.U. nominò una commissione scientifica per verificare, mediante esperimenti di controllo, le conclusioni del medico italiano. I lavori durarono 15 mesi con un totale di 500 esami. Le ricerche furono le medesime di quelle effettuate dal prof. Linoli, con altri complementi. La conclusione di tutte le reazioni e di tutte le ricerche confermarono ciò che già era stato dichiarato e pubblicato in Italia. In maniera precisa, fu affermato che i frammenti prelevati a Lanciano non potevano essere assimilati da tessuti mummificati. La loro conservazione dopo quasi dodici secoli, in reliquiari di vetro e in assenza di sostanze conservanti, antisettiche, antifermentative e mummificanti, non è scientificamente spiegabile: infatti i vasi che racchiudono queste reliquie non impediscono l'accesso dell'aria e della luce né l'entrata di parassiti d'ordine vegetale o animale, veicoli ordinari dell'aria atmosferica. In quanto alla natura del frammento di carne, la commissione dichiara senza esitazione che si tratta di un tessuto vivente perché risponde rapidamente a tutte le reazioni cliniche proprie degli esseri viventi. Questo responso perciò conferma pienamente le conclusioni del prof. Linoli. E non è meno sorprendente constatare che un miracolo italiano dell'alto medioevo abbia interessato sino a questo punto l'OMS e le Nazioni Unite! I lavori scientifici della Commissione Medica dell'OMS e dell'ONU, pubblicati in dicembre 1976 a New York e a Ginevra, dichiarano che la scienza, consapevole dei suoi limiti, si arresta davanti alla impossibilità di dare una spiegazione. L'ultimo paragrafo non è certamente una dichiarazione di fede religiosa, ma è almeno l'apologia dell'umiltà che deve possedere colui che si dedica alla ricerca scientifica. Lo scienziato, a un certo momento delle sue investigazioni, deve ricordarsi che egli non è altro che un uomo sul pianeta terrestre.
ILLUSTRAZIONI DEGLI ESAMI SCIENTIFICI SVOLTI
Fig. 1 - (Eosina x 200). Aspetto istologico generale di un campione della Carne , con fibre raccolte in fasci ad andamento longitudinale, come negli strati superficiali esterni del cuoreFig. 2 - Il Cuore del miracolo di Lanciano. (Mallory x 250). Un arteria e, molto vicino, un ramo del nervo vagale. Fig. 3 - Il Cuore del miracolo di Lanciano. (Mallory x 400). Si puo' vedere il classico aspetto "ruvido" dell'endocardio;; la struttura sincitoide del tessuto del miocardio. Fig. 4 - (x 80). Sopra: Test di emoagglutinazione eseguito su un campione di Sangue di Lanciano: a sinistra, siero anti-A; a destra, siero anti-B.
Sotto: Test di emoagglutinazione eseguito su un campione di Carne di Lanciano: a sinistra, siero anti-A; a destra, siero anti-B.
Appare così che la Carne e il Sangue di Lanciano appretengono al gruppo sanguigno AB.
Fig. 5 - Tracciato da elettroforesi delle proteine del Sangue
Il profilo delle frazioni proteiche del siero è sovrapponibile con quello di un campione di sangue fresco.In concluione si puo' dire che la Scienza, chiamata a testimoniare, ha dato un certo ed esauriente responso, riguardo dell'autenticità del Miracolo Eucaristico di Lanciano.
Due osservazioni di ordine spirituale
La carne e il sangue miracolosi di Lanciano sono dunque tali quali sarebbero se fossero stati prelevati il giorno stesso su un vivente. Ora, nell'Eucarestia, c'è appunto un vivente che si dona a noi: Gesù, il risuscitato di Pasqua, che aveva affermato: "Io sono il Pane vivo disceso dal cielo e ciò che io dono, è la mia carne per la vita del mondo". Quando ci comunichiamo, mangiamo veramente, in maniera sacramentale, una carne reale, animata e gloriosa, e beviamo il sangue vivente dell'Uomo-Dio che, uscito dalla tomba, non può più morire.
D'altra parte, la carne di Lanciano è un tessuto del cuore. Ora, questo simbolizza più di tutte le altre parti del Corpo di Cristo, l'amore di cui egli dà testimonianza. Certo, comunicandoci, noi riceviamo il Corpo intero del Signore, sotto le sacre specie, ma è soprattutto il Cuore che si dona a noi nel "sacramento del suo amore". Si realizzano allora per ciascuno di noi le parole di San Giovanni: "Gesù, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine", sino alla sua morte sulla croce certamente, ma soprattutto sino a donarsi ad essi come nutrimento, comunicando loro così i benefici della sua morte redentrice e della sua vita gloriosa.
Il miracolo di Lanciano, attestato storicamente da una lunga tradizione, autenticato dalla stessa scienza, ha anche una portata spirituale e mistica: ci fa capire che Gesù Cristo è sempre vivente e che il suo Cuore ci ama appassionatamente. Di conseguenza, quale corroborante per la nostra fede un tale prodigio! E come ci spinge a ringraziare Colui che ci ha amato per primo sino a donarci la sua carne e il suo sangue in cibo e in bevanda!
BIBLIOGRAFIA
NASUTI, N., Oltre i veli, il miracolo eucaristico di Lanciano, 1990/2, a cura del Santuario.
PETRONE, N., Il miracolo eucaristico di Lanciano, 1986
Rivista Il Tesoro Eucaristico, gennaio-febbraio 1979, Basilica di S Francesco, Siena, pp. 65-69.
SAMMACICCIA, B., Il miracolo eucaristico di Lanciano, Libreria del Santuario del Miracolo Eucaristico di Lanciano, 1973 Questa opera è stata tradotta in francese da Rolando Bourdariat e pubblicata nel 1977, dalle Edizioni du Cédre, Parigi.
Per informazioni e bibliografia ci si puo' rivolgere a:
Santuario del Miracolo Eucaristico
Frati Minori Conventuali
66034 Lanciano (Ch), Italy
tel. (0)872 - 713.189