Il mio peccatore

Il fenomeno delle stimmate, del sudore di sangue e delle estasi di una giovane della sua città, Gemma Galgani, avevano finito per mettere in apprensione Mons. Volpi, Vescovo di Lucca, il quale non riusciva a capire se aveva a che fare con una isterica, una indemoniata o una santa. Per questo invitò insistentemente P. Germano, religioso Passionista stimato per la sua esperienza spirituale, a verificare l'esperienza mistica della ragazza. Ecco il racconto del suo primo incontro con la Santa.

I primi di settembre dell'anno 1900 mi recai in casa Giannini, ove Gemma si trovava. Confesso che nel trovarmi in sua presenza, provai nell'animo una venerazione per lei, come se fossi davanti a persona celeste. Con queste singolari impressioni il Signore mi preparava ad ammirare grandi cose. Era un giovedì. A metà della cena Gemma, presentendo l'estasi, si ritirò in camera. La trovai in piena estasi, di cui l'argomento era un peccatore, e la forma, una lotta tra la fanciulla e la divina giustizia per ottenere la conversione di quell'uomo. Confesso di non aver mai assistito in vita mia a spettacolo più commovente. La cara figlia era a sedere sul suo letto, con gli occhi, il viso e tutta la persona rivolte verso un punto della camera, dove le era apparso il Signore. Non si mostrava agitata, ma commossa e risoluta, come chi trovandosi in una battaglia voglia vincerla ad ogni costo. Cominciò a dire: " Giacchè sei venuto, Gesù, torno a supplicarti per il mio peccatore. E' figlio tuo e fratello mio: salvalo, Gesù "; e lo nominò. Era un signore forestiero, che essa aveva conosciuto a Lucca, e mossa da interna ispirazione, lo aveva già più volte ammonito che si mettesse in regola con la coscienza, e non si contentasse della stima di buon cristiano che godeva in pubblico. Ora il Signore si mostrava ritroso, ed essa senza sgomentarsi iniziò a dire: "Perché non mi dai più retta, Gesù? Per un'anima sola hai fatto tanto, e poi quella lì non la vuoi salvare? Salvala, Gesù, salvala... Il sangue l'hai versato per lui come per me. A me mi salvi e lui no? Non mi alzerò più di qui; salvalo. Dimmelo che lo salvi. Mi offro vittima per tutti, ma particolarmente per lui. Per tutta risposta il Salvatore opponeva sempre la divina giustizia. Ed essa, riscaldandosi sempre più: "Non cerco mica la tua giustizia, ma la tua misericordia. Via, Gesù, va a trovarlo questo povero peccatore e dagli una stretta al cuore, e vedrai che si convertirà; provaci almeno... Senti, Gesù, tu dici che gliene hai dati molti di assalti per convincerlo; ma non l'hai chiamato mai figlio; provaci adesso, e digli che sei suo padre, e lui è tuo figlio. Vedrai che a questo dolce nome di padre il suo cuore indurito si intenerirà ". E qui il Signore per mostrare alla sua Serva quanta ragione egli avesse di tener fermo, prese a manifestarle ad una ad una, e con le più minute circostanze di tempi e di luoghi, le colpe di quel peccatore. La povera figlia rimase sbigottita, si lasciò cadere le braccia, e mandò un profondo sospiro, come uno che abbia quasi perduta la speranza di vincerla. Subito però si riebbe da quello sgomento e ritornò all'attacco: " Lo so, lo so, Gesù, che te ne ha fatte tante; ma te ne ho fatte più io; Tutte quelle finezze di amore che hai usato con me, te ne prego, usale anche col mio peccatore. Ricordati, Gesù, che lo voglio salvo. Trionfa, trionfa, te lo chiedo per carità ". Ma il Signore si mostrava inflessibile, e Gemma in silenzio pareva che volesse abbandonare la battaglia. Quando ad un tratto le balenò alla mente un altro motivo, che a lei sembrò invincibile a qualsiasi resistenza. Si rianimò tutta, e disse: " Bene, io sono una peccatrice: sì, lo confesso, non merito che tu mi dia ascolto. Ma ecco ti presento un'altra mediatrice a favore del mio peccatore: è la stessa Mamma tua che ti prega per lui. Oh! và a dir di no alla Mamma tua. Ed ora rispondimi, Gesù, che l'hai salvato il mio peccatore ". La vittoria era guadagnata. La scena cambiò di aspetto. Il Signore aveva firmato la grazia, e Gemma prendendo un'aria di gioia indescrivibile, esclamò: "E' salvo, è salvo! Hai vinto, Gesù, trionfa sempre così", ed uscì dall'estasi. Terminata la scena, mi ritirai in camera con l'animo occupato da mille pensieri, quando sentìì picchiare all'uscio - E' un signore forestiero che cerca di lei, padre. - Lo feci entrare.  Mi si gettò ai piedi, e piangendo mi disse: Padre, mi confessi. - Mio Dio: mi sentii spezzare il cuore. Era il peccatore di Gemma, convertito in quell'ora stessa. Si accusò di tutte quelle colpe che io stesso avevo sentito ripetere nell'estasi dalla Serva di Dio. Una sola ne dimenticò, e potei ricordargliela io. Lo consolai, gli raccontai quel che era accaduto poco prima, lo pregai che mi permettesse di pubblicare queste meraviglie del Signore, e dopo di esserci reciprocamente abbracciati, lo congedai. Oggi sono passati parecchi anni da questo avvenimento, e mi sembra di trovarmici ancora presente. Il fatto parlava da sè. Con la fantasia e con l'isterismo non si giunge a tanto; e il diavolo è buono a trascinare nell' inferno i peccatori, non a convertirli...