La Conversione di Francesco Messina

Francesco Messina, scultore di fama internazionale, da bambino non aveva ricevuta alcuna istruzione religiosa ed era cresciuto poi lontano da qualsiasi pratica di chiesa. Per natura poi era portato al pragmatismo ed era allergico a fatti e racconti miracolistici. Nella primavera del 1949, tenne a Genova una mostra delle sue opere, annunciata da manifesti in diversi punti della città. Una sera si recò con la moglie a cena da certi suoi amici, che erano molto devoti di Padre Pio. Essi gli parlarono a lungo del Frate del Gargano e gli mostrarono anche un grosso volume contenente la biografia di Padre Pio. Messina lo sfogliò, ma rimase profondamente colpito dallo sguardo penetrante del Frate come appariva da una foto che corredava il libro. Finita la cena, se ne tornò con la moglie all'albergo, dove aveva preso alloggio. Nella notte però stentò a prendere sonno, pensando a quello sguardo di Padre Pio, che sembrava volesse penetrargli l’anima. Verso le cinque del mattino, fu svegliato di soprassalto da una chiamata al telefono: Chi poteva essere? E che cosa c'era di tanto urgente da giustificare una chiamata così mattiniera? Data l'ora e data la notte, passata pressoché insonne, Messina andò al telefono piuttosto seccato. E la sua irritazione crebbe quando sentì all'altro capo del telefono la voce di un amico d'infanzia, il quale gli diceva di avere sentito il profumo di Padre Pio, mettendosi esattamente di fronte a un manifesto della sua mostra di scultura in Piazza De Ferrari. Aggiungeva che ciò significava che egli avrebbe dovuto recarsi d'urgenza da Padre Pio, perché con quel mezzo il Frate lo chiamava. Saltamerenda quella mattina insisteva con Messina per esortarlo ad andare da Padre Pio. Messina fu lì lì per mandarlo al diavolo, ma si contenne, e per levarselo dai piedi gli disse che ci avrebbe pensato; intanto doveva tornare a Milano, dove aveva molti impegni di lavoro.

In effetti tornò a Milano, ma il pensiero di Padre Pio non lo lasciava. Infine si era detto: devo andare proprio a conoscerlo! Passato un po' di tempo, si mise in contatto con Saltamerenda, concordò con lui un viaggio a S. Giovanni Rotondo e un giorno partì insieme a lui. Quando arrivarono era tardi e Padre Pio si era già ritirato. Saltamerenda però era conosciuto dai frati e dietro sua insistenza fu fatto passare e così si poté presentare con l'amico a Padre Pio. Questi lo ricevette in modo burbero poi rivoltosi a Messina disse: « E tu che vuoi? ». Messina rispose che da molto tempo desiderava conoscerlo, che adesso era contento di potere soddisfare il suo desiderio e che si metteva nelle sue mani. Padre Pio commentò brevemente: «Stai proprio in buone mani!» . Poi disse a tutti e due di andare in chiesa a prepararsi alla confessione: più tardi sarebbe sceso a confessarli. Messina gli voleva dire che per la confessione non si sentiva spiritualmente e psicologicamente preparato, ma non ne ebbe il tempo, perché Padre Pio si era già ritirato. Più tardi scese in chiesa e allora lo scultore si affrettò a fargli sapere che non era preparato per la confessione, ma Padre Pio troncò netto: «Tu non dirmi niente, rispondi a me ». E allora cominciò a passare in rassegna per filo e per segno tutti i peccati di Messina dall'infanzia fino a quel momento. Davanti a quella specie di faro spirituale, che frugava senza pietà in tutti i meandri della sua anima, lo scultore rimase allibito e commosso e si arrese completa­mente. Il giorno dopo assistette alla Messa di Padre Pio e fece la Comunione. E da quel momento cambiò completamente vita e divenne un suo fedelissimo figlio spirituale. Egli soleva dire: « Io sono nato 1'11 Aprile 1949 », il giorno in cui aveva incontrato Padre Pio. Con lui s'incontrò frequentemente fino alla morte. Per lui ha eseguito quella monumentale « Via Crucis » , che si può ammirare salendo il monte accanto alla Chiesa di S. Maria delle Grazie a S. Giovanni Rotondo.