«Grandi funerali a corte»

Ricordo che nell'autunno del 1854, essendo la stagione ormai molto avanzata, dopo cena, trovandoci radunati molti giovani della casa, ci raccontò un sogno che aveva avuto la notte antecedente. Ci disse: «Mentre dal poggiolo stavo entrando nella mia camera, vidi un valletto del re in tenuta di corte, che rivolto a me disse ad alta voce: "Don Bosco, ho una grande notizia da darle!". "E quale?" dissi io. "Grande funerale in corte!" e se ne andò, mentre io volevo domandargli spiegazioni di questo suo annuncio». Noi, stupiti, ci siamo messi allora a discorrere interrogandoci a vicenda, se qualcuno avesse sentito dire che a Palazzo Reale ci fosse qualcuno ammalato. E ricordo che io pensai che dopo poco sarebbe morto qualche grande barone addetto alla corte.

Passati alcuni giorni, ecco che un'altra sera, trovandoci di nuovo radunati, Don Bosco ci dice: «Sapete che ho un'altra cosa strana da dirvi? Quel valletto del re è ritornato, e mi ha detto: "Don Bosco, non ha capito bene l'altra volta. Non ho detto grande funerale, ma grandi funerali in corte!" ».

Allora noi, più stupiti di prima, ci domandavamo che cosa volesse dire quell'annuncio. Don Bosco ad alcuni di noi svelò che quell'annuncio di morte erano castighi che il Signore mandava a Casa Savoia per i mali che aveva fatto e stava per fare alla Chiesa. E venimmo a sapere che Don Bosco aveva scritto e fatto scrivere al re stesso. E il re era adirato contro di lui, come udii un giorno dal marchese Fassati che era stato a corte, e aveva visto sul tavolo del re la lettera aperta di Don Bosco. In essa minacciava da parte del Cielo questi ed altri più gravi castighi, se il re avesse posto la sua firma alla legge che allora si discuteva sulla soppressione degli ordini religiosi.

So che Don Bosco, per qualche tempo, scrisse ancora al re, per distoglierlo dal porre la sua firma al decreto già passato alle Camere...

Intanto venne il gennaio del 1855, e morì la regina Maria Teresa, madre del re. Nello stesso giorno del funerale di Maria Teresa, abbiamo saputo che dalla Regia cappella della Sindone si era portato il Viatico alla regina Maria Adelaide, sposa del re. E otto giorni dopo moriva. Noi allora, attoniti e immersi nel lutto come tutta Torino, perché erano veramente due sante regine, dicevamo a Don Bosco: «Ecco avverato il suo sogno. Sono proprio stati grandi funerali, come ha detto il valletto di corte! ». Don Bosco rispose: «È vero. Sono proprio imperscrutabili i giudizi di Dio! E non sappiamo se con questi due funerali sarà paga la giustizia di Dio! ». Circa quindici giorni dopo moriva il fratello del re, duca di Genova, e un bambino figlio del re. So che Don Bosco scrisse altre volte ancora al re... Per cui il generale d'Angrogna, da parte del re, venne a dire a Don Bosco che la smettesse di scrivere a sua maestà, che già era adiratissimo.